
L’aeroporto è chiuso, con la lunga pista d’asfalto che finisce in mare quasi in segno di abbandono. Ma forse una speranza c’è: la prossima settimana la Camera di commercio di Tortolì dovrebbe nominare il suo terzo componente. E potrebbe essere proprio lui, un profilo elevato di professionista ogliastrino, il nuovo amministratore di Aliarbatax, ad assumere la carica nei prossimi giorni con l’incarico di scrivere un piano industriale che stia in piedi. Sino a oggi (e da parecchi anni) lo scalo di Arbatax è costato milioni di euro della Regione ma voli charter di turisti non ne ha mai visto. Figurarsi una linea con Roma e Milano. Le imprese, soprattutto quelle turistiche, chiedono collegamenti aerei, necessari per un territorio che conta presenze e posti letto tutto l’anno. E non soltanto a Baunei e Ulassai, dove nei mesi invernali comunque gli alberghi sono aperti e non mancano escursionisti e amanti della montagna in arrivo da tutta Europa. Per superare questo stallo serve un nuovo amministratore capace di invertire una rotta che in questi anni ha declinato verso il fallimento. La Regione ha già fatto molto, risanando i conti. Ora servono uno sforzo e un patto tra la classe politica (leggi Pd, leggi ancora il consigliere regionale Salvatore Corrias), il sindaco di Tortolì, Marcello Ladu (e non solo lui) e le imprese per riaccendere la frequenza radio di Arbatax.
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