Aeroitalia: "Pronti a dare ai cagliaritani i collegamenti con Olbia e Alghero"

Gaetano Intrieri, amministratore delegato di Aeroitalia

«Ci mettiamo a disposizione della Sardegna con spirito di servizio, per ovviare alle difficoltà di collegamento su rotaia e su gomma che ancora oggi penalizzano l’isola». Con queste parole Aeroitalia annuncia il lancio dei voli interni tra Olbia, Cagliari e Alghero, una novità che raccoglie consensi trasversali. A guidare la compagnia è Gaetano Intrieri, economista del trasporto aereo ed ex consulente del ministero dei Trasporti, che negli ultimi anni ha legato il proprio nome alla crescita di Aeroitalia, ormai presenza stabile negli scali sardi.

Da cosa nasce la decisione di lanciare i collegamenti interni in Sardegna?

L’idea è maturata naturalmente: Aeroitalia è ormai radicata sull’isola, con Olbia, Alghero e ora Cagliari. I collegamenti interni non sono più una consuetudine come ai tempi di Meridiana, e oggi rappresenterebbero quasi una novità assoluta. Non li vediamo solo come opportunità economica, ma come un servizio alla popolazione: Olbia, Cagliari e Alghero meritano di essere connessi in modo rapido, visto che i collegamenti via superficie non sono sempre efficienti. È anche un modo per ringraziare la Sardegna, che ha contribuito molto alla nostra crescita.

Quali sono le aspettative in termini di traffico?

Useremo l’ATR, un aeromobile con 68 posti che riteniamo perfetto per questo tipo di tratte. Ci aspettiamo un coefficiente di riempimento medio attorno al 60%, quindi 40–50 passeggeri per volo. Il costo del biglietto, al netto di tasse e IVA, dovrebbe attestarsi sui 40 euro, una cifra in linea con l’attuale costo e i tempi di percorrenza dei trasporti pubblici terrestri.

Quanto conta il supporto degli aeroporti sardi per la sostenibilità del progetto?

È un elemento fondamentale. Al di là del sostegno della Regione, anche gli scali devono credere in questa iniziativa. Noi abbiamo già una base solida a Olbia, che rappresenta per noi un presidio strategico.

Se un domani non doveste più operare in continuità territoriale, che ruolo avrebbe comunque la Sardegna per Aeroitalia?

La Sardegna resterà centrale. Anche in assenza della continuità, il nostro obiettivo è mantenere un presidio stabile sull’isola, a partire da Olbia.

I rapporti con la Sardegna non sono sempre stati semplici. Come li descriverebbe oggi?

Con i passeggeri i rapporti sono ottimi: basti pensare che la rotta Olbia–Linate, da quando la operiamo, è cresciuta del 30%, superando in traffico quella per Malpensa. Questo dimostra fiducia e apprezzamento. Con la Regione, come istituzione, c’è sempre stato rispetto reciproco: abbiamo collaborato, a volte con visioni diverse, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo comune. La Sardegna oggi dispone di un sistema di collegamenti aerei che, in termini di frequenze e disponibilità, non ha molti eguali in Europa.

In passato ci sono state tensioni con alcuni media e anche azioni legali. Come valuta quelle vicende?

«Per quanto riguarda le querele ad alcuni politici, il consiglio d’amministrazione ha deciso di soprassedere momentaneamente. Invece, con qualche giornalista siamo dovuti andare avanti, perché si era oltrepassata ogni decenza narrativa. In quelle circostanze il consiglio ha ritenuto prioritario tutelare le persone che lavorano in Aeroitalia: non poteva continuare quello scempio.»

Cosa pensa del nuovo bando di continuità territoriale?

È un tema complesso, che richiede attenzione e prudenza. Da ex membro della struttura tecnica del Ministero dei Trasporti conosco bene le difficoltà di dialogo con l’Europa: ottenere l’approvazione non è mai scontato. Alcuni punti del bando potrebbero sollevare osservazioni, soprattutto sul piano della compatibilità con le regole di mercato, ma attendiamo di vederlo pubblicato e valutato ufficialmente. Quel che è certo è che ogni misura deve contemperare due esigenze: da un lato il diritto dei sardi a collegamenti efficienti e sostenibili, dall’altro la necessità che le compagnie possano operare in un contesto concorrenziale equilibrato. In questo senso, la nostra posizione è sempre stata chiara: servono regole che permettano al mercato di funzionare, evitando distorsioni.

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