6 Aprile 2025

Allarme Dazi USA: l’artigianato sardo chiede un piano d’emergenza export

Export

Le micro e piccole imprese artigiane della Sardegna lanciano l’allarme: i nuovi dazi americani rischiano di colpire duramente il tessuto produttivo regionale. Confartigianato Sardegna chiede alla Regione un piano d’emergenza per sostenere l’export e proteggere il made in Sardegna.

“Serve un’azione immediata, come già avvenuto per il Covid, la crisi energetica e i conflitti internazionali”, afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna. Il timore non è solo legato all’impatto diretto delle tariffe doganali, ma anche all’“effetto paura” che potrebbe rallentare consumi e investimenti, aggravando la situazione economica.

Export a rischio: 492 milioni di euro in bilico

Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna su dati ISTAT, tra settembre 2023 e settembre 2024 l’export sardo verso gli Stati Uniti ha raggiunto i 492 milioni di euro, inclusi i prodotti energetici. Di questi, 118 milioni provengono dal manifatturiero non energetico, mentre 85 milioni sono legati alle micro e piccole imprese che operano nei settori dell’alimentare, moda, legno, metallo e ceramica.

Gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di riferimento per l’export sardo, dopo Francia e Spagna. In prima linea nell’esportazione: Cagliari (344 milioni), il Nord Sardegna (98), Nuoro (35), Sud Sardegna (8) e Oristano (7).

“Il mondo economico è cambiato"

Meloni avverte: “Il mondo economico che conoscevamo non esiste più. È il momento di ripensare i mercati di riferimento e investire su innovazione, conoscenza e brevetti, abbandonando la dipendenza dalle grandi multinazionali straniere”.

La proposta di Confartigianato è chiara: un piano d’emergenza export da costruire insieme alle imprese, con il supporto delle istituzioni. “Abbiamo ancora qualche settimana prima che i dazi producano effetti reali. Serve un segnale forte ora”, sottolinea Meloni.

Nuove rotte: Asia, Sud America e innovazione

Tra le soluzioni proposte, anche la diversificazione dei mercati puntando su India, Asia e Sud America. Fondamentali, secondo l’associazione, saranno l’innovazione, la formazione e la semplificazione burocratica per rendere più competitivo e attrattivo il territorio.

“Se l’Europa non rilancia la domanda interna, le nostre imprese pagheranno un prezzo altissimo. I dazi non premiano nessuno. Le sfide commerciali si vincono con la qualità e la libera circolazione delle merci”, conclude Meloni.