Aritzo, in centinaia per Nanni Mereu e per la sanità dimenticata

La Barbagia chiede servizi essenziali: “Non possiamo vivere, ammalarci e neanche morire”
La fiaccolata di ieri ad Aritzo

Una lunga fiaccolata ha attraversato ieri sera Aritzo per ricordare Nanni Mereu, morto davanti alla guardia medica chiusa, e per denunciare il collasso della sanità nelle zone interne. In centinaia sono arrivati da tutta la Barbagia, in silenzio, con torce accese e senza simboli politici.

“In Barbagia non possiamo neanche morire”

Tra i promotori, il comitato Allerta in Barbagia, che da mesi chiede interventi urgenti sui presidi territoriali. La portavoce Pina Cui ha sintetizzato la rabbia dei partecipanti:

“In Barbagia non possiamo vivere, ammalarci e neppure morire. Perché se muoriamo serve un medico che certifichi la morte, e spesso non c’è. La politica si ricorda di noi solo per gli eventi o quando servono voti”.

Il diritto negato alla salute

La manifestazione si è conclusa davanti alla chiesa di San Michele con un applauso in memoria di Mereu e un appello alla Regione: riaprire le guardie mediche, potenziare il 118 e garantire la copertura notturna dell’elisoccorso.

Per una sera Aritzo è diventata il simbolo di un diritto negato. “La salute – si leggeva sullo striscione in testa al corteo – è un diritto, non un’incognita.”

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