Barbagia, 3300 cittadini scrivono a Salvini e Todde per protestare contro i cantieri eterni

La strada provinciale Cossatzu – Tascusi ferma da anni

In Barbagia non si misura più il tempo in mesi o anni. Si misura in proroghe, lettere inevase, finanziamenti che evaporano e promesse che rimbalzano tra Regione, Province e Ministeri. Il risultato finale resta sempre lo stesso: chilometri di strada che mancano, ospedali lontani, territori inchiodati in un isolamento silenzioso.

A dare voce al disagio è il gruppo Facebook Allerta in Barbagia: oltre 3300 cittadini che hanno deciso di non limitarsi più alla protesta sommessa. Hanno mandate Pec a Salvini, in quanto titolare del ministero competente; alla presidente della Regione Todde; al prefetto, alla Provincia. Una Pec intitolata il grande circo delle infrastrutture sarde. A parlare, in rappresentanza del gruppo, è Pina Cui. Da volontaria di protezione civile e portavoce civica, ha visto negli anni scorrere le stagioni dei finanziamenti e dei blocchi.

Il Ponte di Sa Codina

Agosto 2024: il ponte di Sa Codina viene chiuso.
Novembre 2024: la prima data per la riapertura.
Marzo 2025: slittamento.
Giugno 2025: altro rinvio.
Prossima scadenza: indefinita.

I lavori proseguono a ritmo ridotto, con poche squadre operative e un costo che supera il milione di euro. Nel frattempo, i paesi circostanti restano penalizzati: chi deve raggiungere il posto di lavoro, un ambulatorio o semplicemente la statale, percorre deviazioni che sommano chilometri su chilometri.

«Non è accettabile — dice Pina Cui — trattare le infrastrutture in questo modo. Per noi ogni chilometro in più significa un’ambulanza che arriva tardi, un malato che rischia, un’ulteriore rinuncia per chi lavora qui.»

10 km da asfaltare per annullare l'isolamento

La strada Cossatzu-Tascusì non è lunga. Sono 8-10 chilometri, tra Gadoni e Desulo, che potrebbero ridurre di mezz’ora i tempi di percorrenza verso Nuoro e il centro sanitario di riferimento. Ma da oltre dieci anni è una via sterrata, devastata dalle intemperie e dal disinteresse.

Nel 2012 un sequestro giudiziario ha bloccato i lavori. Solo tra il 2023 e il 2024 si è arrivati al dissequestro. La Provincia ha investito 300 mila euro per interventi provvisori — risultati vani: la ghiaia è stata portata via dalle piogge.

Nel 2023 è stata firmata una convenzione per progettare finalmente l’asfaltatura. Secondo il crono-programma originario, i lavori dovevano partire nel 2025. Oggi, secondo le ultime dichiarazioni, si parla di un possibile inizio nel 2026.

«Per la Regione un anno in più non significa nulla. Per noi, invece, ogni giorno perso vuol dire malati costretti a viaggi infiniti per una visita, turisti che rinunciano, giovani che se ne vanno», sintetizza la referente del gruppo. “I politici elaborano piani complicati contro lo spopolamento e finanziano le iniziative più disparate con tanti soldi – accusa Pina Cui – invece basterebbe asfaltare 10 chilometri di strada per togliere dall’isolamento i paesi. Se l’isolamento viene sconfitto, la gente rimane nel suo paese, dove vorrebbe nascere, crescere e morire. Invece bisogna scappare, la gente va via, i giovani salutano e non tornano più”. E la Sardegna muore.

La Trasversale sarda

La Trasversale sarda è il grande fantasma del sistema viario dell’isola. Un collegamento centrale, immaginato per unire l’interno della Sardegna e sottrarre il territorio al destino marginale.

Pina Cui: «La Trasversale sarda sarebbe la strada che potrebbe collegare tutta la Sardegna, non solo per chi deve uscire ma anche per chi deve arrivare. Renderebbe attrattivo anche il centro dell’isola, non solo la costa. I soldi per il progetto li hanno messi, ma da più di un anno non ne parlano più. Abbiamo chiesto di vedere i progetti, abbiamo mandato pec, abbiamo fatto esposti, ma nessuno ci ha mai dato risposte.»

Allerta rossa in Barbagia

Ospedali lontani e incompleti. Strade sterrate che diventano impraticabili d’inverno. Collegamenti inesistenti per turismo, lavoro, emergenze sanitarie. La fotografia che emerge non è solo quella della Barbagia, ma di un pezzo di Sardegna che continua a essere penalizzato da scelte che si ripetono uguali da decenni.

Il malumore dei cittadini è la diretta conseguenza dello stato delle cose. Un gruppo Facebook con 3 mila persone arrabbiate è l’esito ovvio generato dalla frustrazione e dalla consapevolezza che, mentre il Mondo va avanti a velocità folle, in Barbagia il tempo non passa mai quando si tratta di realizzare infrastrutture primarie. «Non è il destino a isolarci. È una precisa scelta di chi da anni promette e non realizza” conclude Pina Cui.

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