I cinesi scoprono la Sardegna: boom di interesse per i nuraghi

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Sei milioni di visualizzazioni, 300.000 click e un tempo di permanenza sulle pagine informative quasi doppio rispetto alla media delle campagne digitali. Numeri che raccontano qualcosa di inaspettato: i cinesi non conoscono la Sardegna, ma quando ne scoprono l’esistenza – e soprattutto quando vedono i nuraghi – ne restano affascinati.
Questi sono i dati emersi dalla campagna La Sardegna verso l’Unesco, realizzata in collaborazione con Huawei per testare l’interesse del pubblico cinese verso l’Isola e la sua antica civiltà. Il 58 per cento degli intervistati non aveva mai sentito parlare della Sardegna, il 75 per cento ignorava l’esistenza dei nuraghi, ma l’80 per cento ritiene che meritino il riconoscimento Unesco.
La campagna, diffusa tramite PetalAds, ha generato un tasso di interazione del 5 per cento, ben superiore alla media dell’1 per cento per iniziative simili. Un segnale chiaro: c’è un potenziale inespresso che aspetta solo di essere valorizzato.

Nuraghi, un tesoro da trasformare in icona globale

Se la Sardegna custodisce un patrimonio così straordinario, perché il mondo continua a ignorarlo? Il problema non è la sua bellezza, ma il modo in cui è stata – o meglio, non è stata – raccontata.

La civiltà nuragica è rimasta troppo a lungo confinata agli studi accademici, senza mai diventare un simbolo riconoscibile su scala globale. Eppure, ha tutto ciò che serve per affascinare: torri megalitiche che sfidano il tempo, un popolo avvolto nel mistero, un paesaggio dove storia e natura si intrecciano in un equilibrio unico.

Il riconoscimento Unesco potrebbe essere la chiave per cambiare questa narrazione. Non solo un sigillo di prestigio, ma un’occasione per dare alla Sardegna il posto che merita nella memoria collettiva. La storia c’è. Ora serve raccontarla nel modo giusto.

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