
In un’Italia dove il numero di imprese femminili cala, la Sardegna si muove in direzione opposta. Tra il 2019 e il 2024, mentre il Paese ha registrato una diminuzione dell’1,4 per cento, l’Isola è cresciuta, con 235 attività guidate da donne ogni 1.000 imprese, superando la media nazionale di 227. Un risultato che la colloca tra le poche regioni in crescita, insieme a Trentino-Alto Adige, Lombardia, Campania e Valle d’Aosta.
Ma perché la Sardegna resiste mentre altrove si chiude? Il segreto è nel tessuto economico che cambia, spostando il baricentro dalle attività tradizionali ai servizi. Il settore terziario ha registrato un incremento del 12,6 per cento, con un vero e proprio boom nel comparto turistico-ricettivo, che ha visto una crescita dell’8,5 per cento. In particolare, le attività extra-alberghiere sono più che raddoppiate, segno che l’accoglienza sta diventando sempre più centrale nel modello economico dell’Isola.
Anche l’occupazione segue questa tendenza: gli addetti nelle imprese femminili sarde sono aumentati di quasi 7.000 unità, raggiungendo quota 89.093. I territori più dinamici sono Nuoro e Oristano, con incrementi superiori a 8.000 lavoratori ciascuno. Sassari mostra un trend positivo, mentre Cagliari, pur restando il fulcro dell’imprenditoria femminile con 13.284 aziende, registra una crescita più contenuta.
Se alcuni settori corrono, altri rallentano. Il commercio, che per anni è stato un pilastro per le imprese femminili, ha subito una contrazione del 10,2 per cento, con quasi 1.000 attività in meno rispetto al 2019.
È un fenomeno che non riguarda solo la Sardegna, ma riflette un cambiamento profondo: il commercio tradizionale, sempre più sotto pressione a causa della grande distribuzione e dell’e-commerce, lascia spazio a nuove forme di impresa.
Questa trasformazione suggerisce che la crescita dell’imprenditoria femminile in Sardegna non è solo una questione di numeri, ma di evoluzione del modello economico. Meno negozi, più servizi. Meno dipendenza dal commercio al dettaglio, più investimenti nell’accoglienza, nel turismo e nelle attività professionali.
Le sfide non mancano. Oristano, ad esempio, ha registrato una flessione del 5,5 per cento, segnale di difficoltà strutturali. Tuttavia, il quadro generale mostra una regione che sta ripensando il proprio futuro economico con basi solide. Più che una semplice controtendenza, la Sardegna potrebbe essere un esempio di come l’imprenditoria femminile sappia adattarsi e trovare nuove strade per crescere.
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