L'INTERVISTA. "A disposizione per far ripartire Nuoro”. Cucca il trasversale contro il blocco rosso barbaricino

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Parte con gli sfavori del pronostico, ma è intenzionato a sovvertire il verdetto dei bookmakers. Giuseppe Luigi Cucca è uno dei candidati a sindaco di Nuoro in vista delle elezioni comunali. Ex parlamentare, già consigliere regionale del PD, oggi guida una coalizione civica che cerca di rompere gli schemi tradizionali nel modo più classico che la politica italiana preveda: un grande aggregatore misto guidato da una figura centrista. A Nuoro, storicamente orientata verso il centrosinistra, il centrodestra non ha mai vinto. Cucca, che rifiuta l’etichetta di candidato “di partito”, punta su una proposta trasversale per provare a cambiare il corso della storia in città.

Lei tiene a precisare che non è il candidato del centrodestra. Perché questa distinzione è così importante?

Perché questa non è una candidatura di centrodestra. È un progetto civico, costruito per superare le contrapposizioni politiche che a Nuoro hanno prodotto troppa paralisi. È una coalizione ampia, aperta a chiunque voglia lavorare per la città, senza etichette.

Eppure la tradizione elettorale della città sembra penalizzare ogni proposta alternativa al centrosinistra. Perché i nuoresi dovrebbero votare diversamente, stavolta?

Perché le ultime due elezioni hanno dimostrato che certi automatismi politici non funzionano più. Il centrosinistra ha perso, pur con coalizioni larghe. Questa è un’alleanza che prova a uscire dagli schemi, per occuparsi solo degli interessi della città.

Lei ha ricoperto incarichi importanti, anche nel Pd. Si è mai pentito di aver lasciato il Partito Democratico?

No. È stata una scelta dolorosa, ma ragionata. Quando ho provato a cambiare alcune cose, mi sono scontrato con meccanismi troppo radicati.

Quando ha deciso di candidarsi, e perché?

Io non mi ero proposto. Anzi, all’inizio avevo detto di no. Poi mi è stato chiesto di mettermi in gioco per superare una fase di blocco. Ho accettato per senso di responsabilità, perché penso che Nuoro abbia bisogno di una visione condivisa.

Ha parlato di un’identità che va recuperata. A cosa si riferisce?

All’identità politica, culturale e istituzionale che Nuoro ha sempre avuto. Una città che ha espresso figure importanti, che ha sempre partecipato al dibattito regionale. Questo ruolo oggi si è affievolito. Serve un sussulto.

Quali sono, oggi, le emergenze della città?

Sanità, scuola, infrastrutture. La scuola in particolare sta diventando un problema molto serio. Ma anche la visibilità: Nuoro deve tornare ad avere un ruolo riconosciuto.

La questione della ferrovia riemerge a ogni elezione. È una battaglia ancora credibile?

Sì, ma non è una battaglia che può vincere Nuoro da sola. Serve un intervento della Regione, del Governo, delle istituzioni competenti. Da soli non si va da nessuna parte, ma bisogna insistere con determinazione.

Cosa non ha funzionato, secondo lei, nell’amministrazione uscente?

Non entro nel merito delle scelte. Ma il fatto che Nuoro sia finita commissariata è un segnale grave. La città non lo meritava.

Cosa pensa del progetto Einstein Telescope e delle opportunità che potrebbe portare a Nuoro?

È sicuramente una prospettiva molto suggestiva. Ma prima di tutto bisogna capire come si svilupperà concretamente. Nuoro, in ogni caso, deve mettersi in gioco molto più di quanto abbia fatto finora. Serve una capacità organizzativa vera, come è avvenuto in altre realtà, penso ad esempio a Olbia. Non basta aspettare che le opportunità arrivino: bisogna sapersi preparare per coglierle.

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