L'INTERVISTA. Siccità e caldo estremo uccidono i boschi sardi, l'assessora Rosanna Laconi: “Una ferita del clima”

Fenomeno di disseccamento di un bosco in Sardegna. Foto tratta dal sito Sardegna foreste

Intere aree di macchia mediterranea della Sardegna orientale, e in particolare del sudest dell’isola, stanno disseccando sotto i colpi di un clima che cambia in fretta. A parlarne è Rosanna Laconi, assessora regionale all’Ambiente, che in questa intervista racconta i segnali concreti del cambiamento climatico, tra ondate di calore, eventi estremi e siccità prolungata.

Il cuore dell’intervista è dedicato proprio al fenomeno del disseccamento, che ha colpito le foreste di leccio e altre specie endemiche, con danni visibili nei territori di Villagrande, Sarrabus e dei Sette Fratelli. Un fenomeno che preoccupa e che la Regione sta monitorando con un tavolo tecnico permanente. Spazio poi al piano antincendi 2025, varato per la prima volta con largo anticipo: una strategia che punta sulla prevenzione e su un rafforzamento concreto dei mezzi e del personale per affrontare una stagione che si annuncia ancora una volta ad alto rischio.

Assessora Laconi, partiamo dal fenomeno che sta destando maggiore preoccupazione: il disseccamento della vegetazione. Che situazione state osservando in Sardegna?

Negli ultimi anni abbiamo registrato un fenomeno allarmante, soprattutto nella zona sudorientale dell’Isola: intere aree di macchia mediterranea, lecceti e altre specie arboree hanno mostrato segni evidenti di sofferenza, in alcuni casi con disseccamenti gravi e piante morte. Parliamo delle zone di Villagrande, del Sarrabus, dei Sette Fratelli, dove la siccità prolungata e le ondate di calore hanno lasciato il segno. È una ferita visibile del cambiamento climatico.

È un fenomeno straordinario o sta diventando sistemico?

È ormai evidente che non si tratta più di episodi isolati. In passato eventi simili si verificavano ogni 10 o 15 anni. Ora si ripetono con frequenza crescente e in modo più esteso. Per questo abbiamo attivato un tavolo tecnico fitosanitario coordinato dall’assessorato, con il coinvolgimento di Università, Agris, Forestas e Corpo forestale. Vogliamo capire se il disseccamento è dovuto esclusivamente a fattori climatici o se ci sono anche agenti patogeni che, approfittando dello stress idrico delle piante, ne accelerano il deterioramento.

In che modo la Regione sta affrontando questo scenario?

Il monitoraggio è continuo. Riceviamo report periodici da parte del gruppo tecnico e, parallelamente, stiamo lavorando su misure di adattamento. Non possiamo fermare il cambiamento climatico da un giorno all’altro, ma possiamo e dobbiamo prepararci a conviverci: questo significa migliorare la gestione delle risorse idriche, ridurre le perdite nelle reti, creare interconnessioni tra gli invasi e rafforzare gli strumenti di prevenzione sul territorio.

Parliamo allora di cambiamento climatico: quali sono i segnali più evidenti che registrate in Sardegna?

La Sardegna si trova nel cuore dell’hotspot climatico del Mediterraneo, una delle aree più vulnerabili d’Europa. Le temperature sono in costante aumento, le piogge sempre più irregolari: lunghi periodi di siccità seguiti da piogge violente in poche ore, che causano allagamenti e danni ingenti. Non è più il clima temperato di un tempo. Basta ricordare l’alluvione dello scorso ottobre nel Campidano: due giorni di pioggia, oltre 20 milioni di euro di danni.

Quali strategie servono oggi per affrontare questa nuova normalità?

Due parole chiave: adattamento e mitigazione. Serve ridurre le emissioni attraverso una vera transizione energetica, ma anche mettere in campo azioni immediate per convivere con il clima che cambia. Conservare ogni goccia d’acqua disponibile, migliorare le infrastrutture, educare al risparmio. Ogni intervento, anche a livello individuale, conta.

Passiamo al piano antincendi 2025: quali sono le novità principali?

Per la prima volta lo abbiamo approvato già a gennaio, con larghissimo anticipo rispetto al passato. Abbiamo imparato che gli incendi non aspettano l’estate: lo scorso aprile è stato tra i mesi peggiori degli ultimi decenni. Quest’anno abbiamo una flotta aerea già pronta, due Super Puma in dotazione, elicotteri dell’Aeronautica e dell’Esercito, oltre alla convenzione con i Vigili del Fuoco.

Sarà potenziata anche la prevenzione sul territorio?

Sì, la prevenzione è il pilastro del piano. Grazie alle nuove assunzioni, Forestas potrà contare su 638 operai in più. Ci concentreremo sulla pulizia dei boschi, sulla manutenzione del sottobosco e sul controllo del territorio. Ma serve anche la collaborazione dei privati: le campagne abbandonate diventano un pericolo. Ognuno deve fare la propria parte per proteggere la Sardegna.

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