Tavolara Libera: il Comitato contesta il divieto di escursione del sindaco Nizzi

Tavolara

Il futuro della cima di Tavolara è oggi al centro di una mobilitazione civile. Dopo l’ordinanza del sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, che vieta l’accesso al sentiero per motivi di sicurezza, è nato il Comitato Tavolara Libera, promosso da guide escursionistiche e professionisti locali. Al centro della contestazione, la volontà di difendere non solo un sentiero, ma un principio: il diritto di vivere la montagna in modo sicuro, consapevole e accessibile.

Un ricorso contro un divieto ritenuto eccessivo

Il 29 maggio il Comitato ha depositato un ricorso in autotutela attraverso l’avvocata Edvige Baldino, chiedendo la revoca immediata dell’ordinanza. Secondo Baldino, si tratta di un provvedimento che interviene in modo illegittimo su libertà costituzionalmente tutelate, utilizzando norme di emergenza (art. 54 TUEL) pensate per casi urgenti e imprevedibili, non per la gestione ordinaria di un sentiero escursionistico.

La salita alla vetta, come spiegano i promotori, non è un’attività di arrampicata sportiva, ma un’escursione con un breve tratto attrezzato, facilmente percorribile con equipaggiamento base come casco, imbrago e longe. Le vie ferrate sono presenti solo per migliorare la sicurezza.

Le criticità del divieto e la realtà del percorso

Il Comitato contesta la genericità delle motivazioni legate al rischio frane (classi HG3 e HG4), sottolineando come le condizioni geologiche di Tavolara siano simili a quelle di altre aree montane sarde, come il Supramonte, dove non esistono divieti generalizzati.

Gli incidenti sono pochi, e riguardano quasi esclusivamente persone non accompagnate, spesso prive di attrezzatura. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, l’escursione è condotta da Guide Escursionistiche regolarmente abilitate, nel pieno rispetto della normativa. Una recente sentenza — in attesa di pubblicazione — conferma il diritto di queste guide ad accompagnare su percorsi che includano tratti attrezzati brevi.

Una proposta di regolamentazione, non di scontro

L’obiettivo del Comitato non è lo scontro, ma un cambio di visione nella gestione del territorio. Per questo si propone una strategia concreta e costruttiva: aumentare la cartellonistica in prossimità degli approdi e lungo il sentiero, segnalare in modo chiaro l’obbligo di attrezzatura adeguata, collaborare con le istituzioni per la manutenzione delle parti attrezzate, installare gradini aggiuntivi e migliorare le protezioni dove necessario.

Fondamentale è anche l’istituzione di un tavolo tecnico permanente, che includa guide, associazioni, amministratori e realtà ambientali. Solo attraverso il confronto e la competenza condivisa si può garantire una fruizione sicura dell’isola, senza privare la comunità del suo patrimonio.

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