"Agricoltura è identità": sul palco della Fiera Coldiretti Sardegna gonfia il petto e attacca l'Ue della burocrazia

Luca Saba

Il porto di Rotterdam è l’anticamera dell’inferno: su quei moli vengono scaricati milioni di container di alimentari, in arrivo da Paesi non europei. Che finiscono poi nelle nostre tavole senza etichette, figli di sofisticazioni e talvolta truffe a danno delle famiglie. Una denuncia gravissima e non è nemmeno l’unica: negli stati generali di Coldiretti, questa mattina alla Fiera di Cagliari, si è parlato del rischio dazi dopo le minacce di Trump e della necessità che la politica, a tutti i liivelli, capisca una volta per tutte che un mondo migliore ci riporta fatalmente alle campagna. “Alla dignità del lavoro agricolo, perché nelle campagna c’è la vita”.
Sul sfondo la forza di un’organizzazione nella quale militanza e radicamento non sono termini pescati dal dizionario del Novecento ma la cifra di che cosa è davvero Coldiretti in Italia. E soprattutto in Sardegna: duemila imprenditori a Cagliari, di lunedì mattina, a testimoniare dal palco e soprattutto ad ascoltare i vertici dell’organizzazione. Tra questi il sassarese Luca Saba, 50 anni, con un importante incarico romano ma ben saldo con il suo staff alla guida di Coldiretti Sardegna.

Una organizzazione agricola, di gran lunga la più vasta tra quelle presenti in Sardegna, che cerca di farsi ascoltare anche dalla Regione. L’ultima denuncia è per il mancato pagamento di milioni di euro di contributi, attesi per anni. E poi c’è l’enorme problema idrico, con restrizioni da parte dei consorzi di bonifica che significheranno tagli degli ettari irrigati. In questa mattinata c’è l’orgoglio degli allevatori di Arborea e la tradizione delle cantine di Alghero, Sentimenti contrapposti, modernità e tradizione che si sposano con lo scopo – è davvero il sentiment – di tenere vive le campagne sarde. Cioè l’identità della nostra isola. (red.)

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