Da Macomer a Santa Teresa, la storia di Bechi Luserna: il 25 aprile ricorda anche chi cadde all’inizio della Resistenza

La Crucitta, il monumento dedicato a Bechi Luserna a Santa Teresa Gallura

Il 25 aprile 1945 sancisce la cucitura di un’Italia fino ad allora spaccata da una ferocissima guerra tra i militari fedeli al regime fascista e quelli che invece scelsero di combattere al fianco degli Alleati. Commilitoni che la Resistenza divise in due parti nette e contrapposte.

In Sardegna c’è una storia che val la pena di raccontare oggi: quella dell’eroe di guerra, Alberto Bechi Luserna, nato a Spoleto nel 1904 e morto a Macomer 39 anni dopo.

L’armistizio dell’8 settembre 1943 spaccò in due l’Italia, e anche l’esercito. Quel giorno decretò la nascita della Resistenza in Italia. Ma non tutte le divisioni obbedirono ai nuovi ordini: c’è chi si ribellò e continuò a combattere al fianco dei tedeschi.

Tra i battaglioni ribelli ci fu la “Nembo” comandata dal colonnello Alberto Bechi Luserna. Un eroe di guerra che aveva partecipato a diverse azioni pericolose in Africa.

L’ammutinamento della Nembo

Il 10 settembre 1943, due giorni dopo il passaggio dell’Italia nello schieramento degli Alleati contro la Germania (che da due giorni era quindi considerata una forza nemica) Bechi Luserna si trovava a Cagliari mentre il suo battaglione denominato Nembo stava di stanza nel Campidano.

Quel giorno, alcuni paracadutisti della Nembo si ammutinarono. Non volevano combattere insieme agli Alleati, volevano stare con i tedeschi, rimanere fedeli a Mussolini.

Morte di un eroe di guerra

Bechi Luserna ricevette la notizia della ribellione da parte di alcuni militari della Nembo, i quali erano in fuga e intendevano raggiungere la Corsica. Il colonnello partì immediatamente all’inseguimento e raggiunse gli ammutinati a Macomer. Scese dalla macchina, li richiamò all’ordine e alla fedeltà verso l’esercito italiano. Volarono minacce, improperi. E proiettili.

Una raffica di mitra, Bechi Luserna cadde a terra, morto. I ribelli caricarono il corpo in un camion e ripartirono verso la Corsica. Giunti a Santa Teresa si imbarcarono e buttarono il corpo del loro ex colonnello in mare.

Questo è il motivo per cui a Santa Teresa c’è la lapide commemorativa di Alberto Bechi Luserna. Eroe di guerra.

La lapide, a Santa Teresa, viene chiamata “La Crucitta” (piccola croce).

La Crucitta, luogo d’amore

Una nota di colore: essendo un posto molto riservato, La Crucitta è uno dei luoghi prediletti dai giovanissimi del posto per scambiare i primi baci, le prime tenerezze. Perciò è un piccolo monumento molto caro ai teresini, è il luogo dove sono nate innumerevoli storie d’amore, alcune lunghe, altre più brevi.

Un luogo dedicato alla morte di un eroe di guerra, un luogo destinato all’amore.

Vien facile pensare che questo fatto sia motivo di felicità per il colonnello Bechi Luserna, eroe di guerra.

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