Desirè Manca già pronta per la Sanità. Il nodo sono gli altri rimpasti della Giunta Todde e la crisi dei Progressisti

Desirè Manca e Alessandra Todde

Potrebbe essere Michele Ciusa, giovane ma ritenuto saggio dentro Cinque stelle, il nuovo assessore al Lavoro: prendendo il posto di Desirè Manca, le consentirebbe di arrivare alla Sanità, l’unica poltrona che davvero interessa alla bomber sassarese delle preferenze. Il capitolo Bartolazzi sembra già archiviato: l’Armando nel mirino del centrodestra per certi suoi calembour non compresi, a cominciare dal paragone con Gigi Riva, è stanco e pronto per tornare al suo lavoro di oncologo a Roma. Non rimpianto, probabilmente, visto che la sua stessa struttura ha smesso da tempo di stargli dietro. Dunque, Desirè Manca alla Sanità: ha già iniziato a occuparsi di operatori sociosanitari e del 118, provocando robusti pruriti in una maggioranza che non apprezza l’abigeato politico.
Ma il rimpasto non è soltanto una questione che riguarda la presidente Todde e Cinque stelle. Su tutto e tutti incombe il Pd, forte di numeri e soprattutto di esperienza di governo, capace di fare quadrato o di generare fibrillazioni atriali e ventricolari in maggioranza. Con Manca alla Sanità (e Ciusa al lavoro) il Pd sa di non avere spazi e nessuna forza per condividere una vera riforma della Sanità e nemmeno i nomi dei manager (non dei commissari).

Il nodo dei Progresssiti: Massimo Zedda dove va?

Ma nel quadro generale si innesta un ulteriore problema, quello dei Progressisti. Francesco Agus è critico da sempre verso l’operato della Giunta ma deve fare i conti con Gianfranco Satta, assessore al Lavoro, che si è schierato pancia a terra con l’Alessandra di Nuoro. Agus non ha la forza per imporre scelte di gruppo e Satta senza Agus non ha benzina sufficiente per restare in Giunta. A meno che non tenti la fortuna iscrivendosi al partitone del presidente, quel gruppo informale ma ben rodato in Aula che mette insieme Uniti per Alessandra Todde e Cinque stelle. E non è tutto: i Progressisti, se ancora davvero esistono, devono vedersela con Massimo Zedda, il sindaco di Cagliari appena rieletto (terza volta) che ha bisogno del Pd per ottenere la quarta conferma tra quattro anni. E poi, con la benedizione di Antonello Cabras che lo segue da vicino, tentare la scalata al partito. O di nuovo alla presidenza della Regione. Una cosa è sicura: i Progressisti parlano molto all’esterno ma tra di loro sono due blocchi sordomuti.

prova
Condividi

Articoli correlati