Farmacie, la voce di chi ha venduto: “Lo Stato ci ha tolto il farmaco. Cercare stabilità non è una colpa”

Il management di Farmagorà

In Sardegna il volto della farmacia sta cambiando. Sempre più attività storiche passano sotto il controllo di grandi gruppi come Farmagorà, mentre si assottiglia il numero delle realtà indipendenti. Le acquisizioni proseguono, e con esse cambia la mappa della distribuzione farmaceutica: da Cagliari a Mogoro fino alla provincia di Sassari, il gruppo è passato da due a cinque farmacie in tre anni, con ulteriori ingressi previsti a breve. Ma cosa pensano davvero le persone che hanno ceduto? Due interviste a direttrici oggi parte del gruppo aiutano a capire: Anna Broccia, ex titolare a Mogoro, e Letizia Quesada, professionista interna oggi alla guida della farmacia di Pirri.

Le due testimonianza

Broccia parla con chiarezza di un processo iniziato ben prima della vendita.

“Lo Stato ha incentivato una professione come la nostra, ma poi ci ha tolto il nostro bene primario: il farmaco. Le ASL erogano sempre più medicinali direttamente. Così la farmacia si è impoverita. È stata una scelta strutturale, che ha spinto molti a vendere.”

Nessuna critica al gruppo che l’ha assorbita, ma una consapevolezza lucida sul contesto. “Se lo Stato fosse stato più accorto, se avesse lasciato a me farmacista il farmaco e all’ASL le sue competenze, forse tante farmacie sarebbero ancora indipendenti.”

Il passaggio a una rete più grande può offrire strumenti e stabilità, ma cambia profondamente il ruolo del farmacista sul territorio. “Mi piace fare la farmacista, anche dentro un grande gruppo. Ma oggi la differenza non la fa la proprietà: la fa chi sta dietro al banco. È lì che si misura la nostra professionalità.”

Letizia Quesada, a Pirri, racconta un’esperienza diversa: “In una farmacia a conduzione familiare difficilmente avrei potuto ricoprire certi ruoli. Qui ho trovato opportunità. Il cliente si affeziona a chi lo accoglie, non al marchio.”

Farmagorà acchiappatutto?

Farmagorà è stata fondata nel 2021 da due imprenditori, Marco Premoli e Francesco Carantani. La sede centrale si trova a Bergamo, possiede 41 farmacie in 7 regioni italiane e fattura circa 60 milioni di euro. Le ambizioni per il 2025 sono decisamente alte: 80 milioni di fatturato, e altre 14 farmacie ad aggiungere. Alcune saranno sarde. I direttori in carica generalmente provengono da un percorso interno al gruppo. Una strategia che rappresenta una forma di chiusura: si cresce solo dentro il sistema, mentre all’esterno il numero di farmacie autonome si assottiglia.

Oggi oltre il 70% del fatturato passa tramite fidelity card, mentre schermi, etichette elettroniche e radio interne comunicano offerte e promozioni. L’esperienza in farmacia diventa sempre più digitale, più efficiente – ma anche più simile a un altro punto vendita, e meno a un presidio sociale.

Il gruppo dichiara di servire ogni mese più di 40.000 clienti sull’isola. I numeri crescono, il presidio si rafforza. Ma resta una domanda aperta: quante farmacie indipendenti resteranno, e per quanto ancora?

prova
cropped-favicon-sn24.png
Condividi

Articoli correlati