
«Rifiutiamo l’economia di guerra, non può sostituire quella di pace». La deputata Francesca Ghirra ha contestato in Aula l’ipotesi che la crisi industriale italiana venga affrontata attraverso la riconversione bellica. L’interrogazione presentata al ministro delle Imprese Adolfo Urso riguarda in particolare la Rwm di Domusnovas, fabbrica di armamenti sotto accusa per le forniture a Israele, e l’eventualità di impiegare nei suoi reparti gli ex lavoratori dei comparti in crisi, a partire dall’automotive.
«La risposta del ministro è stata molto preoccupante, perché non ha mai escluso questa prospettiva. Anzi, ha definito le possibilità offerte da Rwm una significativa opportunità di sviluppo» ha dichiarato la deputata.
Ghirra ha ricordato che, secondo ricerche internazionali, un incremento dell’1% della spesa militare produce una riduzione del 9 per cento della crescita economica. Ha inoltre citato i dati della Rheinmetall, la multinazionale tedesca proprietaria di Rwm: valore di Borsa aumentato del 300 per cento tra il 2022 e il 2024, occupazione cresciuta soltanto del 15 per cento.
«I capitali bellici premiano gli azionisti, non i lavoratori» ha ribadito Ghirra. «Pretendiamo investimenti in infrastrutture sociali e diversificazione industriale, non ci rassegniamo ad accogliere l’economia di guerra come salvezza per i nostri territori».



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