
Il 5 marzo debutta nelle sale “Emilio Lussu, il processo” il nuovo film di Gianluca Medas dedicato al celebre politico e intellettuale sardo. Una data simbolica: proprio il 5 marzo del 1975 moriva Emilio Lussu, e a cinquant’anni esatti dalla sua scomparsa, il film celebra la sua figura e il suo coraggio.
Prodotto da Zena e Nical Film e distribuito da Myculture, la pellicola sarà presentata in anteprima a Cagliari il 5 marzo al cinema Odissea, poi il 6 a Sassari al Cityplex Moderno e il 7 a Nuoro, al cinema Ten. Saranno presenti sia il regista, sia il cast, tra cui Enrico Lo Verso nei panni di Lussu. Il regista, Gianluca Medas, racconta la genesi del film e il messaggio contenuto nell’opera.
Il film si intitola “Emilio Lussu, il processo”, ma in realtà questo processo non c’è mai stato. Perché ha scelto di raccontare questa vicenda?
È proprio questo l’aspetto centrale della storia. Il film non racconta un vero processo, ma il coraggio di alcuni magistrati che, nel 1927, scelse di non portare a giudizio Emilio Lussu, sapendo che sarebbe stato condannato in un tribunale già deciso a eliminarlo. Volevano salvarlo e lo fecero sfidando il regime. È un episodio poco noto, ma fondamentale per capire il valore della giustizia e del diritto.
Qual è il tema principale del film?
Se dovessi riassumerlo in una parola, direi coraggio. Il coraggio di quei giudici, il coraggio di Lussu, ma anche il coraggio che serve oggi per difendere i valori in cui crediamo. Viviamo in un’epoca in cui la politica spesso dimentica il bene comune, e questo film vuole essere un segnale: servire il coraggio di prendere posizione, di non restare indifferenti.
C’è un episodio legato a Lussu che l’ha colpita particolarmente?
Sì, c’è un aneddoto che trovo molto significativo, anche se non è presente nel film. Anni dopo la fine della guerra, Lussu incontrò il giudice che aveva deciso di non portarlo a processo. Lo ringraziò per aver avuto il coraggio di quella scelta, ma il giudice gli rispose: “Sono io che ringrazio te, perché se tu non fossi stato coraggioso, io non avrei trovato il coraggio di fare quello che ho fatto.” Questa storia dimostra che il coraggio è contagioso, e credo sia un messaggio molto potente anche per il presente.
Nel cast troviamo Enrico Lo Verso nei panni di Emilio Lussu. Com’è stato lavorare con lui?
È stato davvero molto divertente, è un grande professionista che ha saputo interpretare benissimo la parte di Emilio Lussu. Ha davvero creato un Lussu perfetto.
Nel film si parla di coraggio, ma anche di etica. Come questi due concetti si intrecciano nella storia di Lussu?
Il coraggio senza etica è solo arroganza. Oggi viviamo in un’epoca in cui spesso si confonde la forza con il coraggio, ma sono due cose profondamente diverse. Il coraggio ha senso solo se è sostenuto da valori autentici, come la libertà e la giustizia. Lussu ha dimostrato questo nella sua vita: non ha mai cercato la gloria personale, ma ha sempre agito per il bene comune, spesso pagando un prezzo altissimo per le sue scelte. Questo è il cuore del film: non solo raccontare un evento storico, ma riportare al centro dell’attenzione quei valori che dovrebbero guidare la nostra società.
Come crede che il pubblico reagirà a questo film?
Io credo che questo film farà riflettere. Non è un’opera drammatica, eppure chi l’ha visto finora è uscito commosso, perché obbliga a porsi una domanda fondamentale: “Cosa facciamo per gli altri?”. Viviamo in una società dove ognuno pensa a sé stesso, ma il vero cambiamento arriva solo quando iniziamo a preoccuparci anche degli altri. Lussu era un uomo che ha sacrificato molto per un ideale, e oggi abbiamo bisogno di così esempi. Spero che questo film serva a risvegliare un po’ di coscienza e senso di responsabilità.
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