
Circondato da banchi improvvisati e voci che si accavallano, il mercatino di San Michele a Cagliari è un punto di incontro per chi cerca affari a prezzi stracciati o semplicemente vuole passare del tempo in compagnia. Tra frutta, vestiti e oggetti di ogni tipo, i venditori si destreggiano in un equilibrio sottile contraddistinto in parti uguali dall’esigenza e dalla passione. E’ uno spaccato della vita cagliaritana, un posto dove ogni giorno si ripetono gesti e parole in una sorta di inno alla vita popolana e popolare.
Da molto tempo il quartiere di San Michele non gode di buona reputazione. Viene considerato come un luogo malfamato a causa di numerosi fatti avvenuti negli anni ’90. Tra le vie dietro la chiesa, la cronaca ha registrato macchine bruciate, furti, morti per overdose, aggressioni. Una commerciante che vende abiti racconta quegli anni, verso la fine del secolo scorso: “Ho lavorato in via Quirra dal 1985 per un po’ di tempo, poi mi sono spostata a San Michele. Dopo un paio di anni il Comune decise di chiudere il mercato, e questo creò grossi problemi perché venne a mancare il lavoro. Ci furono numerose liti, alcuni accoltellamenti. La gente era disperata, la chiusura del mercato aveva crea le persone hanno iniziato ad accoltellarsi tra di loro e a litigare perché avevano bisogno di lavoro”, racconta una commerciante.
Secondo i venditori, “la situazione del quartiere non era serena come invece lo è adesso, non si assiste più a scene come quelle di tanti anni fa”. Il mercato, raccontano, è frequentato da pensionati, adolescenti e famiglie che si riuniscono lì per passare la mattinata e acquistare alimenti e oggetti vintage.
“E’ un posto tranquillo, San Michele. Si sta benissimo” dice una ragazza mentre mostra gli abiti a un acquirente. Nonostante la fama discutibile che ancora sopravvive, molti avventori e commercianti frequentano il rione con passione e dedizione. “Un sacco di persone proveniente dagli altri quartieri di Cagliari vengono a fare acquisti a buon prezzo” racconta un esercente con una punta d’orgoglio.
Alcuni venditori scelgono di fare questo mestiere per stare in compagnia e ritrovarsi con gli amici. Lo spiega una signora: “Vengo qui per lavorare perché sono sola, in questo modo incontro tanta gente e riesco a distrarmi”.
Grazie all’impegno e alla dedizione dei commercianti ora si percepisce un ambiente tranquillo in cui è piacevole lavorare e passare le proprie mattinate. Il mercato qui è molto di più di un banale posto per comprare e vendere. E’ un luogo dove si percepisce una lotta alla sopravvivenza, ai margini del consumismo, pur facendone parte a pieno titolo. Nonostante tutto, la voglia di vita continua a rifiorire tra il cemento e l’asfalto di questa parte vecchia e un po’ dimenticata di Cagliari. Qui, tra bancarelle improvvisate e storie di resilienza, si ha il riflesso di una comunità che non si arrende.
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