
Un grande “mah”. Questo è il giudizio di svariati politici del Campo Largo nei confronti della riforma sanitaria voluta dal Movimento 5 Stelle e dalla presidente Todde in primis.
Il matrimonio tra il Pd e i 5 Stelle sta traballando: non è ancora arrivato il momento di contattare gli avvocati divorzisti ma la stima reciproca in questo momento è ai minimi storici.
La riforma della Giunta Todde rischia di essere un clamoroso passo falso. Il Partito Democratico in una nota stampa ufficiale non ha usato mezzi termini nel bocciare l’istruttoria che ha portato al commissariamento delle Aziende sanitarie, definendola “imperfetta” sia giuridicamente che tecnicamente. Il messaggio del PD è chiaro: così facendo, si rischia di rallentare anziché accelerare la riforma sanitaria, con gravi ripercussioni per la salute dei cittadini sardi.
A scatenare la protesta del PD è stata la gestione dei tempi e delle modalità di attuazione della legge regionale 8/2025. Nonostante l’intento di risolvere i nodi storici della Sanità, il Partito Democratico vede in questa operazione una mera formalità che non porta a nessuna vera svolta. Secondo i democratici, il commissariamento potrebbe trasformarsi in un ostacolo, piuttosto che una soluzione.
Sostiene il Pd: «Abbiamo scelto di non ostacolare l’iter della riforma, ma di far sentire il nostro dissenso con la nostra assenza alle decisioni della Giunta. Adesso, però, è il momento di ripartire con una vera riorganizzazione della Sanità sarda, che non può limitarsi a una gestione temporanea o a interventi superficiali. Serve un piano solido e condiviso, che affronti la formazione delle risorse umane, riveda la gestione delle ASL e integri finalmente l’assistenza sociale e sanitaria.»
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