Inflazione e tasse mangiano 900 euro l'anno agli artigiani sardi in pensione

Dal 2009 ogni pensionato artigiano perde 70 euro al mese

«Le pensioni degli artigiani sardi perdono 900 euro l’anno. Serve una giustizia fiscale vera».
L’allarme arriva da Giovanni Mellino, presidente di Anap Confartigianato Sardegna e vicepresidente nazionale, dopo la pubblicazione dello studio del Centro Europa Ricerche realizzato con Cupla e Anap Confartigianato.

L’analisi mostra che, tra il 2009 e il 2025, una pensione lorda media di 1.200 euro ha perso circa 70 euro al mese, pari a quasi 900 euro annui. Il calo è frutto dell’inflazione e di un prelievo fiscale che ha annullato gli effetti di due riforme.

"Lavorano per aiutare i figli"

Secondo il rapporto, la perdita di potere d’acquisto colpisce soprattutto gli ex autonomi. L’indicizzazione legata all’indice Istat Foi non riesce a proteggere né le pensioni minime né quelle medio-alte, mentre i rincari maggiori riguardano beni essenziali come alimentari, energia e sanità.

«Il sistema fiscale penalizza chi ha lavorato una vita creando impresa, occupazione e benessere per il Paese – denuncia Mellino –. Ci sono piccoli artigiani che continuano a lavorare per necessità e per aiutare i figli».

L’associazione sottolinea che anche le pensioni di fascia media, un tempo sostegno per le famiglie, hanno subito un forte ridimensionamento. L’aumento dei costi e le difficoltà di accesso alle cure, aggravate dalle liste d’attesa, pesano anche su chi ha redditi superiori al minimo.

Possibili soluzioni

Per contrastare questa erosione, Anap Confartigianato propone di sostituire l’indice Foi con l’Ipca europeo, ritenuto più aderente alla spesa reale, e di introdurre un bonus Irpef di 960 euro annui per i pensionati con redditi fra 7.800 e 15.000 euro. La misura alleggerirebbe la pressione fiscale su circa 3,6 milioni di persone.

L’associazione chiede inoltre un confronto urgente con i governi regionale e nazionale sulla rivalutazione delle pensioni, sull’abbattimento del cuneo fiscale e sul rafforzamento della sanità territoriale, per evitare che la forbice tra costo della vita e assegni pensionistici diventi ancora più ampia.

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