La Regione Sardegna stanzia 120 mila euro per borse di studio destinate a studenti di Gaza

Gaza City

La Regione ha stanziato 120 mila euro per finanziare dieci borse di studio destinate a studenti residenti nella Striscia di Gaza. Cinque saranno accolti all’Università di Cagliari, altre cinque all’Università di Sassari. L’obiettivo è chiaro: offrire un’opportunità concreta di formazione a giovani che vivono in uno dei territori più martoriati del mondo.

“È un piccolo contributo, ma può rappresentare una speranza per il loro futuro”, ha dichiarato l’assessora regionale della Pubblica Istruzione, Ilaria Portas, che ha fortemente voluto questa misura. “Di fronte all’impotenza che proviamo davanti alla tragedia di Gaza, abbiamo pensato che aiutare anche solo dieci ragazzi a studiare fosse un modo per non restare immobili”.

Le borse, del valore di 12 mila euro ciascuna, rientrano in un progetto umanitario educativo sviluppato con l’associazione Gaza Students Beyond Borders, e fanno parte di una delibera approvata dalla Giunta Todde nell’ambito del Fondo Globale “Interventi regionali per l’Università”.

Studio come via di salvezza

I beneficiari saranno selezionati nell’ambito del “Progetto umanitario educativo congiunto”, che prevede misure urgenti per il rilascio di visti, la creazione di corridoi umanitari educativi e l’accoglienza integrata degli studenti. L’iniziativa nasce in un contesto drammatico: la crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza ha reso quasi impossibile per migliaia di giovani portare avanti il proprio percorso di istruzione.
“La guerra sta rubando sogni, identità e possibilità. In mezzo a tutto questo, l’università può diventare un porto sicuro, un punto di ripartenza”, ha aggiunto l’assessora Portas.

Un investimento nel futuro

Il gesto della Regione si inserisce in un programma più ampio. Dei 43,35 milioni di euro previsti per il triennio 2025-2027 – a cui si aggiungeranno 17 milioni l’anno – una parte significativa sarà destinata al sostegno delle attività didattiche delle università sarde. Si tratta di un investimento che coprirà i costi del personale docente, tutor, lettori, servizi agli studenti e supporto psicologico. In questo contesto, l’inserimento dei ragazzi palestinesi rappresenta un esempio concreto di inclusione.

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