La Sardegna si oppone alla “delega in bianco” sul nucleare: “No alla centralizzazione delle scelte energetiche”

Centrale nucleare

La Regione prende una posizione netta contro il disegno di legge del governo che prevede una delega in materia di “energia nucleare sostenibile”. Durante un vertice tenutosi oggi nel Palazzo della Regione, la presidente Alessandra Todde ha guidato una riunione con la Giunta, i capigruppo di maggioranza e il presidente del Consiglio regionale per elaborare una risposta unitaria al provvedimento nazionale, definito una “delega in bianco” che esautora le Regioni dalle loro competenze.

Secondo Todde, la proposta governativa rappresenta una minaccia per l’autonomia decisionale regionale, in particolare per la Sardegna, che gode di uno statuto speciale con competenze primarie in materia urbanistica. “Una legge così ampia, che spazia dalla costruzione degli impianti fino alle ricadute sanitarie e paesaggistiche, impone un controllo centralizzato inaccettabile. È in totale contraddizione con la retorica dell’autonomia differenziata che lo stesso governo porta avanti”, ha dichiarato la presidente.

Critiche al contenuto del disegno di legge

Tra le criticità sollevate, Todde ha evidenziato anche il rischio che il provvedimento interferisca con lo sviluppo delle energie rinnovabili e venga usato per introdurre il nucleare in modo surrettizio nel mix energetico nazionale. “Non è questione di pregiudizio ideologico. Oggi non esistono impianti di quarta generazione realmente operativi, e quelli attuali producono ancora scorie che non sappiamo gestire in modo sicuro”, ha aggiunto.

La posizione della presidente è stata condivisa all’unanimità dai membri della Giunta e dai gruppi di maggioranza, che hanno concordato di affrontare il tema anche in sede tecnica con i consiglieri regionali, in vista del tavolo nazionale previsto per il 22 maggio.

Uno scontro politico più ampio con il governo

La presa di posizione sul nucleare arriva in un momento di tensioni già alte tra Cagliari e Roma. Nei giorni scorsi, il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge regionale 8/2025 sulla riorganizzazione sanitaria, approvata dal Consiglio sardo il 7 marzo scorso. Secondo il governo, il provvedimento violerebbe i principi fondamentali in materia di tutela della salute e configurerebbe un possibile caso di spoils system. La presidente Todde ha respinto le accuse parlando di un atto “ingiusto” e di un attacco all’autonomia regionale.

Verso un fronte comune interregionale

Con il vertice odierno, la Sardegna mira ora a coordinarsi con altre Regioni per fare fronte comune contro quella che viene vista come una pericolosa recentralizzazione delle politiche energetiche. “Vogliamo contare. Non si può decidere sul nostro territorio senza coinvolgerci, soprattutto su una questione tanto delicata e controversa come il nucleare”, ha concluso Todde.

prova
Condividi

Articoli correlati