L’IA entra nelle redazioni: chi scrive, chi legge, chi resta indietro

Giornalismo IA

L’intelligenza artificiale scrive articoli, analizza dati, sintetizza discorsi, corregge testi. Fa tutto questo in pochi secondi, senza pause, senza ansia da scadenza, senza bisogno di un caffè alle sei di sera. E mentre la tecnologia avanza, il giornalismo è costretto a farsi una domanda scomoda: cosa succede ai giornalisti, agli addetti stampa, a chi lavora con le parole, quando le macchine iniziano a usarle meglio di loro?

La risposta non è semplice. Di certo, ignorare il problema non aiuta. Per questo nasce un progetto del Gus Sardegna (gruppo di specializzazione dell’fnsi per i giornalisti degli uffici stampa): un libro aperto, scritto collettivamente, per capire come l’IA sta trasformando il mestiere dell’informazione. Non un trattato teorico, ma un vero e proprio manuale di sopravvivenza.

Un libro non si scrive da solo

L’idea viene da Giovanni Di Grezia, giornalista, docente universitario e membro del Gus Sardegna. La prima bozza del libro esiste già: “Intelligenza artificiale e giornalismo. Strumenti, etica e innovazione – focus: uffici stampa”.
Ma ecco il punto: non è un libro finito, non è una guida definitiva, non è la solita analisi sul futuro del giornalismo che finisce in una libreria polverosa. È un progetto aperto, un esperimento di scrittura collettiva in cui chiunque può aggiungere il proprio contributo, raccontare la propria esperienza, discutere cosa funziona e cosa no.
Per leggerlo, scaricarlo o partecipare: https://lnkd.in/egYcVJEx o su www.stampasarda.info

L'IA non aspetta nessuno

L’intelligenza artificiale può essere uno strumento straordinario. Ma può anche diventare un confine tra chi la padroneggia e chi ne è travolto. Chi saprà usarla per migliorare il proprio lavoro? Chi si rifiuterà di farlo e verrà sostituito?
“Non è solo un libro – dice Luchino Corrias, presidente del gus Sardegna – è un modo per creare una rete tra giornalisti e addetti stampa. L’informazione sta cambiando a una velocità folle: o capiamo come restare al passo, o ci lasciamo superare.”
L’intelligenza artificiale sta già scrivendo il futuro del giornalismo. Ma chi deciderà cosa vale la pena leggere?

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