Nicola Grauso, funerale essenziale per un uomo fuori schema

Nichi Grauso

Nel silenzio della chiesa di Santa Caterina, a Monte Urpinu, è andato via Nichi Grauso.
Un commiato essenziale, raccolto, perfino rapido. Nessun gesto retorico, nessuna parola di troppo. Neppure un applauso. Solo la presenza, sobria e piena, di chi ha attraversato con lui un pezzo di storia.

Oltre alla famiglia, erano presenti tutti gli amici e i collaboratori che si sono alternati al suo fianco per anni, pochi giornalisti. Qualche politico, ovviamente Renato Soru e poi Pier Sandro scano, Piepaolo Vargiu, gli ex sindaci di Cagliari Emilio Floris e Paolo Truzzu, l’attuale sindaco di Quartu Graziano Milia, Paolo Fadda, l’assessore regionale Franco Cuccureddu. L’imprenditore Gualtiero Cualbu.

A rendergli omaggio anche Beppe, il ristoratore del Flora dove per decenni Grauso ha pranzato, cenato, raccolto aneddoti e concluso affari.

Le parole del parroco

Durante l’omelia, don Elenio Abis, parroco della chiesa, ha pronunciato parole semplici e vere:
“La vita passa, e ognuno lascia qualcosa dietro di sé. Cosa lascia Nicola? La sua eredità è stata la cultura. Ora torna all’editore più grande di tutti: Dio.”

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