Salis: “CPR di Macomer è una prigione etnica”. Il blitz infiamma il dibattito sui social

Ilaria Salis

Ispezione a sorpresa questa mattina dell’europarlamentare Ilaria Salis al Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Macomer. L’esponente della sinistra ha definito la struttura “una prigione etnica”, denunciando presunte violazioni dei diritti umani all’interno del centro.
“Sono qui per verificare le condizioni dei reclusi e il rispetto dei diritti fondamentali”, ha dichiarato Salis in un post pubblicato sui social. “Due giorni fa, otto persone sono state deportate in Albania. C’è stato uno sciopero della fame e un uomo si è cucito la bocca.”
Nel pomeriggio, l’europarlamentare è attesa a Cagliari per un incontro con la stampa e la presentazione del libro Vipera, scritto insieme a Ivan Bonnin.

Tempesta sui social

Il messaggio ha generato migliaia di reazioni in poche ore. L’hashtag #IlariaSalis è entrato tra le prime tendenze italiane su X (ex Twitter), con commenti che riflettono la netta polarizzazione del dibattito.

Sostegno da attivisti e utenti progressisti

In molti hanno elogiato l’intervento, definendolo un atto di trasparenza e coraggio. Diversi utenti hanno espresso solidarietà, rivendicando il diritto alla dignità anche per chi è in attesa di rimpatrio. Alcuni hanno sottolineato l’importanza di un controllo diretto su strutture “opache”, spesso sottratte alla visibilità pubblica.“Finalmente un’ispezione vera, dove serve”, ha scritto un utente.“Orgoglioso di averla votata”, ha commentato un altro.

Critiche dure e linguaggio ostile

Altrettanto numerosi i commenti negativi. Diversi utenti hanno accusato Salis di “difendere clandestini” e di “strumentalizzare la questione migratoria a fini politici”. In molti casi il tono si è fatto aggressivo, con insulti personali, accuse di “tradimento” e richieste di dimissioni. “Portali a casa tua”, “vacanze coi nostri soldi” e “peggior donna italiana” sono alcune delle frasi più ricorrenti.

Frattura politica evidente

Sul piano politico, le reazioni si sono allineate alle divisioni ideologiche. Esponenti della sinistra e rappresentanti di ONG per i diritti umani hanno espresso apprezzamento per l’azione della parlamentare, considerata un passo necessario verso la trasparenza. Dall’altro lato, voci del centrodestra hanno attaccato duramente Salis, accusandola di usare un linguaggio “infiammatorio” e di “delegittimare il lavoro delle istituzioni e delle forze dell’ordine”.

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