Sanità sarda in fermento: i dipendenti del Microcitemico pronti allo sciopero contro l’accorpamento con il Brotzu

ospedale microcitemico cagliari

Tensione alle stelle tra i lavoratori e le lavoratrici del Microcitemico di Cagliari, decisi a opporsi con forza al disegno di legge della giunta Todde che prevede l’accorpamento della struttura con l’Azienda ospedaliera Brotzu. Il malcontento, che da tempo serpeggiava tra i corridoi dell’ospedale, è esploso durante l’assemblea convocata oggi dalla Fp Cgil di Cagliari, alla presenza del segretario territoriale Nicola Cabras, del segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante e della segretaria regionale della Fp Cgil Roberta Gessa.

«Non possiamo accettare che il futuro del Microcitemico venga deciso in poche righe di un disegno di legge che non tiene conto delle specificità e delle eccellenze di questa struttura», ha dichiarato Cabras, raccogliendo l’applauso dei presenti. L’accorpamento con il Brotzu è visto come un ulteriore passo verso la perdita di autonomia e di quelle competenze specialistiche che hanno reso il Microcitemico un punto di riferimento regionale e nazionale per la cura delle malattie rare e pediatriche.

Il sindacato non usa mezzi termini: la proposta di riforma sanitaria è stata definita «inutile e dannosa», incapace di affrontare le vere emergenze del sistema sanitario sardo. «Non servono nuovi assetti burocratici, servono risposte concrete ai problemi reali: liste d’attesa infinite, carenza di personale sanitario, mancanza di medici di famiglia e pediatri, e un’assenza cronica di una rete territoriale efficace», ha sottolineato Durante.

La Fp Cgil e i lavoratori del Microcitemico non si fermeranno qui. La mobilitazione è solo all’inizio e potrebbe estendersi a tutte le strutture sanitarie in sofferenza della Sardegna. L’ipotesi di uno sciopero generale non è più una minaccia velata, ma una concreta possibilità per far sentire la propria voce. «Questa riforma non è la soluzione, è parte del problema», ha concluso Gessa, lasciando intendere che la protesta non si placherà finché la Giunta regionale non cambierà rotta, ascoltando chi vive ogni giorno le difficoltà di un sistema sanitario ormai al collasso.

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