Sanità, Sardegna in “fuga” per le cure: nel 2022 saldo negativo di 96,3 milioni di euro

Tabella Fondazione Gimbe

C’era una volta la sanità pubblica gratuita. Da un po’ di anni, come tutti i sardi sanno, non esiste più. Nel 2022 la mobilità sanitaria interregionale ha pesato in modo significativo sulla Sardegna, che ha registrato un saldo negativo di 96,3 milioni di euro. Lo rivela il rapporto della Fondazione Gimbe, che evidenzia come sempre più sardi siano costretti a spostarsi verso altre regioni per ricevere cure adeguate, un fenomeno che riflette criticità strutturali nell’offerta sanitaria locale.

A livello nazionale, la mobilità sanitaria ha raggiunto la cifra record di 5,04 miliardi di euro, con Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto che si confermano le regioni più attrattive, raccogliendo da sole il 94,1 per cento del saldo attivo. Al contrario, le regioni del Mezzogiorno, inclusa la Sardegna, contribuiscono in modo significativo al saldo passivo nazionale.

I viaggi della necessità

Il saldo negativo della Sardegna evidenzia un flusso economico in uscita per pagare le prestazioni sanitarie erogate ai residenti sardi fuori dall’Isola. Questo squilibrio, secondo la Fondazione Gimbe, non è più una questione di scelta individuale, ma una necessità imposta dalle disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari regionali.

Salvare la sanità per salvare i sardi

Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, sottolinea come la mobilità sanitaria sia “la punta dell’iceberg delle diseguaglianze regionali”, con un impatto diretto non solo sui bilanci delle regioni ma anche sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. L’indebolimento del sistema pubblico e la carenza di strutture adeguate sono tra le cause principali che spingono i sardi a cercare cura altrove.

Questo scenario solleva interrogativi urgenti sulle politiche sanitarie regionali e la necessità di rafforzare l’assistenza sanitaria nell’Isola per ridurre la dipendenza dalle strutture sanitarie di altre regioni e garantire un accesso equo alle cura per tutti i cittadini sardi.

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