
Turni raddoppiati, squadre ridotte, presìdi scoperti in piena estate. La Sardegna affronta una nuova stagione di incendi con un sistema antincendio regionale in grave difficoltà. Mancano oltre mille operatori tra il Corpo Forestale e l’Agenzia Forestas, e il personale attualmente in servizio non è sufficiente a coprire le esigenze del territorio.
In questo contesto esplode anche la polemica politica. Le dichiarazioni di Franco Mula, esponente di Fratelli d’Italia, pubblicate su La Nuova Sardegna, hanno provocato una dura replica da parte di Antonio Solinas, consigliere regionale del Partito Democratico.
Solinas invita a mettere da parte le polemiche per affrontare un nodo che, secondo lui, va risolto con urgenza. Chiede che il Consiglio regionale e tutti i parlamentari sardi promuovano un’iniziativa unitaria per ottenere dallo Stato il via libera alle assunzioni.
Secondo l’esponente PD, le difficoltà attuali derivano da un blocco assunzionale imposto da norme nazionali. Un blocco da cui i corpi statali sono stati esentati nel 2017, mentre la Sardegna è rimasta esclusa. Per questo, sostiene Solinas, la Regione non può risolvere la questione da sola.
“Chi oggi accusa altri, ieri non ha fatto nulla. È troppo comodo cercare capri espiatori. Il blocco va rimosso, e chi sostiene il Governo Meloni ha il dovere di farlo, non di giustificare l’inazione.”
Il blocco delle assunzioni nasce da vincoli imposti a livello nazionale negli ultimi quindici anni. Le leggi finanziarie e i decreti di riforma della pubblica amministrazione hanno introdotto limiti severi al turn over e alle nuove assunzioni nelle regioni e negli enti locali. Con un accordo tra Stato e Regioni, i corpi statali furono esclusi da queste restrizioni. La Sardegna, però, non beneficiò della stessa deroga.
Il deputato del PD Silvio Lai ha più volte sollevato il problema alla Camera, chiedendo al Governo di intervenire con una norma specifica. Le sue interrogazioni parlamentari non hanno ancora ricevuto risposta.
Solinas non risparmia critiche nemmeno alla passata Giunta regionale. La colpa, secondo lui, non è solo del Governo nazionale, ma anche di chi, a livello regionale, ha pianificato potenziamenti senza prima ottenere l’autorizzazione necessaria da Roma.
“Un’azione senza dialogo con il Governo centrale è stato un errore grave. Serve capacità istituzionale, non annunci. Chi allora guidava le politiche del personale ha agito con superficialità.”
La macchina della prevenzione incendi in Sardegna è oggi fortemente compromessa. I presìdi non riescono a garantire una copertura continua, molte squadre sono costrette a turni doppi e i mezzi spesso non vengono utilizzati per mancanza di operatori. Inoltre, una parte consistente del personale in servizio ha superato i cinquant’anni e presenta limitazioni fisiche che riducono la capacità operativa complessiva.
“La realtà è sotto gli occhi di tutti. Manca personale, mancano risorse, manca un piano credibile. Così non si può garantire né la prevenzione né una risposta tempestiva agli incendi.”
La proposta del Partito Democratico è concreta. Si chiede al Governo di intervenire attraverso un emendamento a uno dei prossimi decreti legge in discussione, come già fatto per altri settori. L’obiettivo è estendere alla Sardegna le deroghe concesse ai corpi statali e permettere l’immediata attuazione dei piani di assunzione già predisposti a livello regionale.
“Servono uomini, mezzi e una norma chiara. Non servono polemiche. Serve responsabilità. La Regione non può farcela da sola. Serve un’azione comune, senza divisioni di partito, per ottenere ciò che spetta alla Sardegna.”
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