Tenores di Neoneli: una vita per la musica e la cultura sarda

Foto tenores

Neoneli, un piccolo centro del Barigadu, in Sardegna, è la culla di una delle formazioni corali più celebri e longeve dell’isola: i Tenores di Neoneli. Fondato nel 1976, il gruppo ha attraversato quasi cinque decenni di storia musicale, portando il canto a tenore– patrimonio immateriale dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO – sui palcoscenici di tutto il mondo.

Un viaggio tra tradizione e modernità

Il canto a tenore è una forma di espressione musicale antichissima, caratterizzata da una polifonia vocale in cui le voci si intrecciano in un equilibrio armonico perfetto. I Tenores di Neoneli hanno saputo reinterpretare questa tradizione, arricchendola con testi originali che affrontano temi sociali, politici e ambientali. La loro capacità di coniugare tradizione e innovazione ha reso il gruppo un punto di riferimento nel panorama musicale sardo e internazionale.

Il fondatore e anima del gruppo, Tonino Cau, ha avuto un ruolo determinante nel modellare il repertorio del gruppo. Attraverso i suoi testi e le sue composizioni, ha trasformato il canto a tenore in uno strumento di narrazione contemporanea, affrontando questioni come l’emigrazione, l’inquinamento, la crisi economica e le lotte sociali.

Una carriera internazionale

Nel corso della loro lunga carriera, i Tenores di Neoneli hanno portato il loro canto in oltre 36 nazioni, esibendosi in città come Parigi, Buenos Aires, New York, Mosca, Pechino, Sydney e Toronto. In Italia, hanno cantato in quasi tutte le regioni, partecipando a festival prestigiosi e collaborando con istituzioni culturali di primo piano.

Tra le loro performance più memorabili si ricordano il concerto in mondovisione in Piazza San Pietro nel 2003, esibendosi davanti a Papa Giovanni Paolo II insieme alla Premiata Forneria Marconi. Hanno partecipato più volte al Premio Tenco, nel 1997 e nel 1998, condividendo il palco con artisti del calibro di Francesco Guccini, Angelo Branduardi e i Chieftains. Hanno realizzato tour negli Stati Uniti, in Giappone e in Australia, portando la cultura sarda nelle più importanti rassegne musicali internazionali. Nel corso della loro carriera hanno collaborato con artisti di fama nazionale e internazionale, tra cui Elio e le Storie Tese, Eugenio Finardi, Modena City Ramblers, Francesco Baccini, Daniele Silvestri, Angelo Branduardi e Paolo Fresu.

Una produzione culturale senza precedenti

Oltre alla musica, i Tenores di Neoneli hanno dato un contributo significativo alla letteratura e alla ricerca storica sarda. Tonino Cau ha scritto tredici libri, molti dei quali raccontano la storia della Sardegna attraverso il canto e la poesia.

Tra le opere più importanti, “Versi di concordia”, pubblicato nel 1994, raccoglie testi che affrontano tematiche come l’emigrazione, la pace, la droga e l’ambiente. Nel 1998 esce “Isteddeos”, un libro dedicato alla tutela del territorio e alle tradizioni rurali sarde. Nel 2014 viene pubblicato “Giudici”, che racconta la storia medievale della Sardegna, con particolare attenzione ai Giudicati e alla figura di Eleonora d’Arborea. Tra il 2017 e il 2021 escono le biografie in lingua sarda di tre grandi personaggi della politica e della cultura italiana: “Gramsci”, “Lussu” e “Berlinguer”. Nel 2023 viene pubblicato “Imparos”, un’antologia di poesie e racconti che ripercorrono l’intera carriera del gruppo, tra musica, viaggi ed esperienze umane.

Un’eredità culturale unica

Ciò che rende i Tenores di Neoneli unici è la loro capacità di essere contemporanei senza tradire la tradizione. Il loro canto non è mai stato una semplice riproposizione del passato, ma un linguaggio vivo, in continua evoluzione.

Le loro esibizioni non sono solo spettacoli musicali, ma vere e proprie lezioni di storia, di identità e di resistenza culturale. In un mondo sempre più globalizzato, il loro messaggio è chiaro: le radici non vanno dimenticate, ma usate come ponte per dialogare con il presente e il futuro.

Oggi, dopo quasi cinquant’anni di attività, i Tenores di Neoneli continuano a essere ambasciatori della cultura sarda nel mondo, dimostrando che la musica tradizionale può essere uno strumento potente di comunicazione e cambiamento. E con la loro voce, portano avanti una missione che va ben oltre il canto: mantenere viva l’anima della Sardegna

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