
Per Umberto Ticca, consigliere regionale di opposizione, l’impugnazione da parte del Governo della riforma sanitaria varata dalla Giunta Todde è solo la conferma di ciò che era chiaro fin dall’inizio: «Una legge influente, ma illegittima. Lo avevamo detto subito. Ora lo dice anche il Governo».
Secondo Ticca, la parte più rilevante della norma – quella che disponeva il commissariamento generalizzato delle aziende sanitarie e la sostituzione automatica dei direttori generali – verrà cancellata. «È una figuraccia istituzionale», attacca, «con possibili risarcimenti per i dirigenti defenestrati e un danno d’immagine per l’intera amministrazione».
«Fanno poco – prosegue – e quel poco lo fanno male. Persino nel tentativo di esercitare il potere in modo diretto, come nel caso dei commissariamenti, si sono mossi con goffaggine. Uno bravo almeno lo fa in modo che regga, che non venga annullato così». Ticca esclude motivazioni politiche dietro l’impugnazione: «Le leggi vengono impugnate anche quando a governare la Regione è lo stesso schieramento del Governo centrale. In questo caso era tutto così smaccato che l’esito era scritto». Sulla tempistica della decisione della Corte costituzionale, l’opposizione si attende una pronuncia dopo l’estate. Ma il consigliere è netto: «Magari non subito, magari non tutto, ma il cuore della legge è già finito».
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