Todde esulta per lo stop al referendum sull’Autonomia differenziata: "La Sardegna non arretrerà"

Alessandra Todde

La Corte Costituzionale ferma il referendum sulla legge Calderoli e blocca, almeno per ora, il progetto di autonomia differenziata. Per la Sardegna, è una vittoria. Per la presidente della Regione, Alessandra Todde, è la conferma di una battaglia giusta: “Questa legge era una condanna per l’isola. Ci avrebbe tolto risorse e opportunità, lasciandoci indietro. Non arretreremo di un millimetro”.

Il cuore dello scontro, secondo Todde, è il modello stesso della legge, che avrebbe garantito più autonomia e risorse alle regioni economicamente più forti – come Lombardia e Veneto – a scapito di quelle più deboli. “Non è autonomia, è egoismo istituzionalizzato. La Sardegna non accetterà mai un Paese che divide i cittadini in serie A e serie B. Questa riforma avrebbe danneggiato servizi fondamentali come sanità e istruzione, colpendo duramente il nostro futuro”, ha dichiarato con toni decisi.

“Difenderemo la nostra specialità”

Todde ha ricordato come la Sardegna si fosse già opposta con successo alla legge Calderoli lo scorso novembre, quando la consulta aveva accolto un ricorso regionale contro sette punti della norma. Tra questi, il mancato rispetto dei livelli essenziali di prestazione (Lep) e una distribuzione delle risorse che violava i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà.

“La Sardegna ha dimostrato di non essere disposta a subire decisioni che danneggiano i suoi cittadini. Difenderemo la nostra specialità, riconosciuta dalla Costituzione, e ci opporremo con forza a qualunque legge che favorisca alcune regioni a scapito di altre. Continueremo a lottare con le unghie e con i denti”, ha ribadito la presidente.

La replica alle provocazioni della Lega

Todde ha replicato con fermezza alle dichiarazioni del capogruppo della Lega veneta, che aveva sostenuto che “il Veneto vale più della Sardegna”. “Queste parole sono l’emblema di un’arroganza che riflette l’idea distorta di autonomia su cui si fonda questa legge. Non accetteremo mai che i diritti dei cittadini sardi vengano messi in secondo piano per favorire gli interessi di altri. La Sardegna merita rispetto, e lo pretenderemo sempre”, ha dichiarato la presidente, senza lasciare spazio a fraintendimenti.

Una battaglia ancora aperta

Lo stop al referendum non chiude la partita. Per Todde, la Sardegna continuerà a vigilare sul futuro della legge Calderoli in Parlamento, pronta a intervenire per tutelare le sue risorse e i suoi diritti.

“Non chiediamo trattamenti speciali, ma pari dignità per tutti i cittadini italiani, indipendentemente dal territorio in cui vivono. La Sardegna non sarà mai trattata come una periferia del Paese. Questa è una battaglia di giustizia e uguaglianza, e non ci fermeremo”, ha concluso la presidente.

Con la decisione della Consulta, l’isola manda un messaggio chiaro: la Sardegna non arretrerà. E il futuro del progetto di Autonomia differenziata si annuncia più incerto che mai.

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