
“Mi alzo ma perdonerete il fatto che la differenza non sia tanta”. Era l’ironia e soprattutto la capacità di prendersi in giro da solo (o di non prendersi troppo sul serio) la grande risorsa di Edoardo Usai, faro della destra sarda scomparso qualche giorno fa dopo ottantun anni. Sapeva di non essere un gigante e ne faceva un punto di forza in tutte le assemblee elettive che ha frequentato, sempre con disciplina e onore. Il consiglio comunale di Cagliari, da missino convinto, sotto il comando di Emilio Floris che lo volle vicesindaco. E soprattutto il Consiglio regionale, dove fece squadra con Luigi Biggio, con Bruno Murgia, con Noemi Sanna. E soprattutto col fido Sandro Piredda, funzionario per decenni del gruppo Msi prima e An dopo, uomo di testa, di ciclostile e di enorme simpatia. Dalla fine degli anni ’80 al primo ventennio del Duemila l’avvocato Edoardo Usai c’è sempre stato. “Avvocato sì, diceva ma la politica è un’altra cosa”. Orgogliosamente all’opposizione, sino a quando Berlusconi non ha sdoganato la destra portandola al governo. Gli anni di Gianfranco Fini, che con Usai aveva una grande amicizia e da lui si faceva accompagnare nei tour sardi. (claudio cugusi)
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