
“Per Luca Zaia, tutto ok. Per me, no”. Alessandra Todde questa mattina si è presentata in Consiglio regionale per riferire all’aula sul procedimento di decadenza che è stato emesso dal Collegio regionale di garanzia elettorale. Durante il suo discorso, ha citato un caso analogo avvenuto nel 2015 al presidente del Veneto, Zaia: “Neppure lui ha dichiarato spese elettorali personali eppure nessun procedimento è stato fatto”. Todde ha poi detto: “Tramite i miei legali ho presentato ricorso in Tribunale per oppormi a un provvedimento che riteniamo non abbia basi solide su cui poggiarsi – ha detto Todde – perché la decadenza si può verificare solo in due casi: nel caso di superamento dei limiti alla spesa elettorale, e questo non mi è stato contestato. Oppure se non si risponde entro 15 giorni alle richieste di chiarimenti da parte del Collegio di garanzia. Cosa che io ho fatto”.
Durante il discorso in aula, la presidente della Regione si è dimostrata serena, ripercorrendo le tappe di quanto avvenuto: “Il 19 novembre mi è stata notificata via Pec una richiesta di chiarimenti da parte di Gemma Cucca riguardante sette rilievi di irregolarità durante la campagna elettorale. La medesima comunicazione mi è stata consegnata tre giorni dopo tramite un messo. Mi è stato richiesto di rispondere entro 15 giorni ai rilievi contestati, pena la decadenza. Ho quindi depositato le mie memorie, confutando tutti i rilievi, in quanto basati su assunti errati o su un travisamento dei dati. In particolare, è stato contestato un presunto sostenimento di spese da parte mia, ma ho dimostrato, con il supporto dei miei legali, che nessuna spesa è stata effettivamente sostenuta da me. Le uniche spese effettuate sono state a carico del comitato del mio partito”.
Todde ha citato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Ho inoltre chiarito che il comitato elettorale ha ricevuto contributi da altri partiti e da cittadini, fornendo tutta la documentazione dei fondi, incluso il conto dedicato. Tale documentazione è stata inviata sia alla Corte dei Conti sia alla Commissione Elettorale, ed è stata immediatamente pubblicata sul sito del Movimento 5 Stelle. Non è ammissibile che un partito e un candidato debbano effettuare due rendicontazioni separate: spetta al partito stesso rendicontare le spese sostenute, non al singolo candidato. Nel mio caso, non è stata sostenuta alcuna spesa rendicontabile. Una situazione analoga si è verificata con il governatore Luca Zaia, il quale non ha riportato spese o contributi, in quanto sostenuti direttamente dal partito, e la sua posizione è stata archiviata senza decadenza. Tuttavia, sulla memoria da me presentata è stata emessa un’ingiunzione, prevedendo sanzioni pecuniarie e la richiesta al Presidente del Consiglio di avviare il procedimento di decadenza”.
“Il provvedimento di decadenza che mi è stato notificato si basa sull’errata convinzione che sia applicabile anche al presidente, mentre in realtà si riferisce ai consiglieri. L’organo amministrativo ha adottato un provvedimento per richiedere l’avvio del processo di decadenza al Consiglio, ordinando all’aula di prendere atto di quanto accaduto. Ma il Consiglio non è un passacarte e la mia decadenza non è un atto definitivo. Anche se sono stati scritti tantissimi articoli che sostenevano il contrario”.
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