Bandiere Blu 2025: la Sardegna conquista 16 località e si conferma tra le prime sei regioni d’Italia

Bandiere Blu in Sardegna

Nel 2025 la Sardegna conferma il suo percorso di crescita lenta ma costante nel circuito delle Bandiere Blu, portando a sedici il numero di località premiate. Nessuna esclusione, nessun passo indietro. È il quarto anno consecutivo che l’isola migliora o mantiene le proprie posizioni. Una strategia deliberata: candidare solo i comuni realmente pronti, evitando l’altalena di ingressi e uscite che caratterizza altre regioni. La Sardegna non mira alla quantità, ma alla solidità.

Il riconoscimento della Bandiera Blu, assegnato dalla FEE (Foundation for Environmental Education), è molto più di un’etichetta turistica. Si basa su 32 criteri che includono depurazione delle acque, gestione dei rifiuti, sicurezza, accessibilità, mobilità sostenibile ed educazione ambientale. È quindi un indicatore affidabile della qualità amministrativa, non solo paesaggistica.

San Teodoro entra, la Cinta convince

La novità dell’anno è l’ingresso di San Teodoro grazie alla spiaggia della Cinta, una delle più famose dell’isola. L’inserimento non è banale: la Cinta è molto frequentata, sottoposta a forte pressione turistica. Il fatto che abbia ottenuto il riconoscimento dimostra che anche le destinazioni più note possono adottare modelli di gestione virtuosi, capaci di proteggere l’ambiente senza sacrificare l’accoglienza.

Il dato è rilevante anche sul piano simbolico. San Teodoro rappresenta una località che ha saputo migliorare i propri standard con un lavoro continuo: depurazione potenziata, servizi per i bagnanti, informazione ambientale. È il secondo nuovo ingresso in tre anni, dopo Budoni nel 2023, segnale che il nord-est dell’isola sta diventando un laboratorio avanzato di sostenibilità turistica.

Le conferme e le aree da recuperare

Oltre a San Teodoro, tutte le località premiate nel 2024 mantengono la Bandiera Blu: tra queste Sassari, Santa Teresa Gallura, Castelsardo, La Maddalena, Palau, Oristano, Quartu Sant’Elena, Tortolì e Sant’Antioco. Una distribuzione ampia, che attraversa quasi tutta l’isola, ma con una concentrazione evidente nella zona settentrionale.

Restano però fuori alcune delle coste più iconiche, come la Costa Verde, Orosei, Chia. In molti casi, le criticità riguardano la carenza di infrastrutture fognarie o servizi non all’altezza dei criteri FEE. Sono luoghi bellissimi, ma la bellezza da sola non basta: servono piani di gestione concreti, investimenti strutturali e una visione amministrativa a lungo termine.

Il turismo che guarda avanti

La Sardegna non compete per numeri assoluti con regioni come Liguria o Puglia, ma costruisce una reputazione diversa: quella di un’isola che sa coniugare tutela ambientale, qualità dei servizi e accoglienza sostenibile. Il riconoscimento della Bandiera Blu rafforza il posizionamento della regione in un mercato turistico che chiede sempre più sicurezza, trasparenza e rispetto dell’ambiente.

Il mare sardo non è solo bello: è anche sorvegliato, regolato, gestito. E per una destinazione che vive in larga parte di turismo balneare, è questa la notizia più importante. Un mare pulito, oggi, è il risultato di scelte amministrative precise. In Sardegna, sempre più spesso, queste scelte vanno nella direzione giusta.

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