
La povertà relativa nell’isola è aumentata di 1,2 punti percentuali dal 2022 al 2023, arrivando al 15,9 percento, uno dei dati più alti a livello nazionale. Il dossier di quest’anno della Chiesa di Cagliari ha rivelato i numeri preoccupanti per quanto riguarda le tante persone che vivono in condizioni di povertà assoluta in Sardegna. I risultati, raccolti nel “Rapporto diocesano su povertà ed esclusione sociale 2024”, rappresentano la prospettiva della popolazione che si trova a vivere in un forte disagio economico. In vista del Giubileo 2025, dedicato al tema “pellegrini di speranza”, la Diocesi di Cagliari, attraverso la Caritas e altre realtà diocesane, testimonia, nel report, i problemi legati alla povertà e le azioni intraprese per provare a contrastarla.
Secondo i dati Istat, nel 2023, il numero delle persone in povertà assoluta in Italia ha raggiunto i 5,6 milioni, pari al 9,7 percento della popolazione. Un dato che segna un lieve aumento rispetto all’anno precedente e che evidenzia come la povertà sia ormai un fenomeno strutturale. La crescita della povertà è particolarmente accentuata nelle regioni del Mezzogiorno e nelle isole, dove molte famiglie si trovano a fronteggiare un disagio economico che ha radici profonde.
In Sardegna, la situazione appare ancora più grave, con un tasso di povertà che sfiora il 15,9 percento, ben al di sopra della media nazionale. Il numero delle famiglie in difficoltà è aumentato, arrivando a 118 mila nel 2023, un incremento che continua a preoccupare.
Nel corso del 2024, sono stati oltre 180 mila i contatti avuti dai vari servizi della Caritas, un dato in crescita rispetto all’anno precedente. La mensa diocesana ha distribuito oltre 121 mila pasti nell’arco di un anno, con una media giornaliera di 192 pasti. Accanto a questa, altre mense, gestite da realtà religiose come le suore di Madre Teresa di Calcutta e le suore del Buon Pastore, hanno dato il loro supporto e aiuto alle persone in difficoltà.
Il Centro d’ascolto Kepos per i migranti ha registrato 1.489 contatti, mentre lo Studio medico polispecialistico ha offerto oltre 1.500 visite mediche, supportando più di 100 bambini. Numeri che testimoniano le difficoltà nel terriotorio e l’impegno dei volontari della Diocesi nel rispondere ai bisogni primari di chi vive in condizione di povertà.
Sebbene, come in passato, le persone che si rivolgono ai servizi Caritas siano principalmente italiani (soprattutto sardi), sono in aumento i migranti che vengono dalla Bosnia Erzegovina. Inoltre, tra le persone straniere, è in forte aumento il numero dei senza dimora, che rappresentano una delle categorie più vulnerabili. È aumentata, come valore assoluto, la presenza delle donne rispetto agli uomini, mentre questi ultimi evidenziano maggiori problemi legati ai rapporti di tipo familiare: spesso sono soli, disoccupati e con problemi legati all’abitazione. Tra i beneficiari dei servizi, un quarto ha un titolo di studio superiore mentre il 25 percento dei richiedenti dispone di un reddito insufficiente per sostenere la famiglia.
La povertà in aumento è il risultato di molteplici fattori concomitanti. Oltre agli effetti delle guerre, che hanno avuto ripercussioni globali sul prezzo dell’energia e sulle economie locali, va aggiunto l’impatto di difficoltà sanitarie e sociali. Nonostante gli aiuti fondamentali per le persone più in difficoltà, la crescente difficoltà economica si traduce in una povertà sempre più strutturale, che coinvolge fasce sempre più ampie della popolazione.



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