
Il Consiglio regionale ha approvato oggi, a maggioranza, la cosiddetta “riformina” sanitaria, tra le critiche serrate dell’opposizione, che fino all’ultimo ha tentato di ostacolare il provvedimento. La nuova legge sancisce il commissariamento dei manager delle ASL, una misura che avrà effetti immediati sulla governance della sanità sarda.
Oltre ai commissariamenti, il testo prevede l’accorpamento dell’ospedale Brotzu con il Microcitemico e un rafforzamento delle competenze di Ares. Tuttavia, la stessa maggioranza riconosce che questa non è la riforma definitiva del sistema sanitario sardo, ma un passaggio intermedio in vista di una revisione più ampia e strutturata.
Nei prossimi mesi, infatti, la Giunta regionale intende lavorare a una riforma organica dell’intero sistema ospedaliero, con l’obiettivo di affrontare in modo più incisivo le criticità che affliggono la sanità nell’isola.
L’opposizione ha ribadito in aula le sue posizioni contrarie, già espresse nei mesi scorsi durante le audizioni e le discussioni in commissione. Secondo le forze di minoranza, questa riforma parziale non risolve i problemi della sanità sarda e rischia di creare ulteriore instabilità.
La lunga discussione sulla sanità ha avuto anche un impatto sulle tempistiche dell’approvazione del bilancio regionale, che è slittata. Solo dopo l’approvazione del bilancio sarà possibile destinare le risorse necessarie per un intervento più ampio sul sistema sanitario.
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