
Gabriele Catta, 23 anni, di Monserrato, racconta le sfide estreme sportive che lo hanno portato a voler sfidare ogni record possibile e immaginabile. Dopo la sfida “102 km a nuoto” dell’estate 2024 e la “21 maratone in 21 giorni in 20 regioni”, ora Gabriele e il suo team vogliono raccogliere più di 50 mila euro per sostenere l’iniziativa di settembre. Dal 1 al 22 settembre, Gabriele dovrà fare tutti i giorni, dal Portogallo all’Italia, 3,8 km a nuoto, 180 km in bici e 42 km di maratona. Tutta la cifra che verrà raccolta, sarà donata in beneficenza all’associazione AIC per la ricerca contro il cancro.
Cosa ti ha spinto a compiere imprese simili che mettessero a repentaglio la tua salute? Avevi già messo in conto i rischi per la tua salute fisica?
Sin da quando sono bambino, sono sempre stato interessato a mettermi alla prova. Sfidare i miei limiti mi ha sempre stimolato. Lato benefico, l’ho fatto principalmente per mio nonno Luigi Mascia, conosciuto più come Gino Mascia. E’ stato un medico di famiglia molto noto a Monserrato. Purtroppo però, è stato colpito da una grave leucemia, diagnosticata proprio l’anno della mia nascita. E’ morto a fine 2023, poco prima che potesse vedermi all’opera nella sfida del nuoto.
Tutto quello che mi interessa dimostrare è essenzialmente essere un buon esempio di solidarietà verso chi soffre per questa malattia. Se c’è passione e forza di volontà, si può fare tutto.
Con la sfida dei 102 km a nuoto, hai raccontato di aver avuto vari momenti di crisi che ti hanno portato quasi alla resa. Cosa stava andando storto?
Ho avuto un momento di deconcentrazione nel tratto che va da Solanas a Cagliari. Mancavano poco meno di 25 km al traguardo, la corrente non era a mio favore e ho avuto vari rallentamenti fino a Capitana. In imprese di questo tipo, gli imprevisti sono dietro l’angolo e, grazie al mio allenatore, che esordì semplicemente con la frase “Ricordati perché stai facendo tutto questo”, ho ripreso la nuotata ai ritmi iniziali, spingendo come un treno sino alla meta.
Quanto è durata la preparazione alla sfida delle 21 maratone?
Per le maratone mi sono preparato per nove mesi. Non avevo mai corso prima della sfida, sono sempre stato un nuotatore. E’ stata un’impresa per dimostrare a me stesso e agli altri che anche partendo da zero, tutto è possibile. Serve la testa, la forza di volontà, la determinazione e degli esperti che ti seguano su ogni aspetto, dal piano alimentare al piano atletico.
La mia tesi di laurea triennale è proprio incentrata sulla preparazione fisica e mentale delle 21 maratone. La laurea magistrale, che sarà invece a ottobre di quest’anno, verterà sulla preparazione fisica della 102 km a nuoto dell’estate 2024.
La tua socia Alessia Cocco ti è stata vicino sin dall’inizio, soprattutto nell’attuale raccolta fondi da Guinness World Record di 50 mila euro. Avete creato un rapporto speciale?
Alessia è la mia ragazza da ormai due anni. Nella prima sfida, non ci conoscevamo ancora e non era a conoscenza del mio progetto. E’ stata di grande supporto nella sfida delle 21 maratone in 21 giorni. E’ una persona fantastica, che ama aiutare il prossimo. Mi ha sempre seguito e aiutato come poteva. Ha visto anche lei questo progetto come una missione, calandosi nella parte di sostenitrice attiva. Mi ha aiutato con gli sponsor, con l’organizzazione manageriale dei contratti e con la comunicazione social. E’ la mia prima tifosa. A oggi, le vanno dati i meriti di almeno il 50 per cento del lavoro.
Quanti soldi siete riusciti a raccogliere per le vostre campagne di beneficenza?
I primi anni ho raccolto 5,000 euro per l’AIC e l’AISM, due associazioni che ricercano cure per il cancro e la sclerosi multipla. Nella sfida dei 102 km a nuoto, abbiamo raggiunto gli 8,000 euro, donati sempre all’AIC.
Quando hai deciso concretamente di metterti in gioco in queste sfide estreme, c’è stato qualcuno che ha provato a fermarti per paura che fosse solo una pazzia?
No. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto, nonostante i rischi a cui sapevano andassi incontro. Il mio team, dopo essersi accertato delle mie ottime condizioni fisiche e di salute, ha dato il via libera per l’impresa. Ringrazio Alessio Ennio Cocco, mio social media manager, la mia nutrizionista Giovanna Ghiani, i miei medici sportivi Filippo Tocco e Michele Ruggiu, il fisioterapista del Cus Cagliari Stefano Coni e l’osteopata Gabriele Taormina.
A settembre affronterai un’altra sfida estrema accompagnato dalla tua società Cus Cagliari: 21 Iron Man in 21 giorni. Che aspettative hai? Quali sono i risultati attesi?
Per questa sfida bisogna raccogliere più di 50 mila euro. Stiamo cercando sponsor validi che documentino e finanzino la nostra idea. Per ora abbiamo contattato Le Iene, Steven Basalari, la RedBull e il Guinness World Record.
In caso non riuscissimo a raggiungere queste cifre, abbasseremo il tiro e penseremo a qualcos’altro in territorio nazionale.
Durante la challenge, ci sarà un camper che mi seguirà per tutto il cammino, che mi permetterà di dormire a ogni fine giornata. Dentro il camper, sarà presente tutto il mio team e la mia ragazza Alessia. Ogni giorno dovrò fare 3,8 km a nuoto, 180 km in bici e 42 km di maratona.
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