Da Aggius a Carloforte, il futuro del turismo sardo passa dai borghi

Scorcio di Carloforte

La Sardegna guarda oltre l’estate e punta sul turismo lento e culturale, con un focus sui borghi, i cammini e gli itinerari turistico-culturali. Questo il tema centrale dell’incontro promosso dall’Assessorato regionale del Turismo, che ha coinvolto sindaci e assessori comunali provenienti da tutta l’isola.

“Oggi abbiamo riunito i borghi certificati della Sardegna – ha dichiarato l’assessore Franco Cuccureddu – quelli riconosciuti nell’associazione dei borghi più belli d’Italia e quelli con la bandiera arancione”.

L’obiettivo è chiaro: creare un’offerta turistica integrata per intercettare la crescente domanda di turismo lento. Un segmento in forte ascesa che, a livello nazionale, rappresenta il terzo pilastro del turismo italiano, con oltre 35 milioni di presenze annue.

“Porteremo questa offerta nelle prossime fiere, a partire dalla Bit di Milano – ha aggiunto Cuccureddu – e stiamo preparando una delibera per riconoscere i borghi certificati già pronti a entrare nel mercato”.

Nove borghi, sette bandiere arancioni

Nell’isola, attualmente, si contano nove borghi più belli d’Italia e sette bandiere arancioni. Tra i centri più rappresentativi ci sono Aggius, Carloforte, Gavoi, Lollove e Sardara. I borghi bandiera arancione, in particolare, sono situati nell’entroterra, lontani almeno 15 km dalla costa, e soddisfano criteri di qualità che vanno dall’offerta culturale a quella gastronomica.

“Questa iniziativa è il primo passo verso una nuova offerta turistica che affianca quella balneare, dove siamo già leader mondiali – ha concluso Cuccureddu – I borghi possono diventare una leva importante per lo sviluppo economico e l’occupazione”.

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