
Una terapia già utilizzata nel mondo, ma ancora poco conosciuta in Sardegna, mostra risultati promettenti contro la depressione più difficile da curare. È la Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva (rTMS), una tecnica non invasiva che usa impulsi magnetici per riattivare aree del cervello collegate all’umore.
A testarne l’efficacia è stato un team della clinica psichiatrica dell’Università di Cagliari, guidato dal professor Mirko Manchia, in collaborazione con lo Studio Corona, l’unico in Sardegna dotato del macchinario necessario. Lo studio ha coinvolto 25 pazienti: 13 trattati con la rTMS, 12 con la sola terapia farmacologica. Il risultato? Un miglioramento sensibile dei sintomi depressivi nei pazienti sottoposti alla stimolazione. Determinante è stato anche il contributo del professor Bernardo Carpiniello, leader dello studio effettuato a Cagliari.
«Parliamo di persone che non rispondevano più ai farmaci – spiega Manchia – e che grazie alla rTMS hanno mostrato progressi anche sul piano cognitivo. Un dato incoraggiante». Lo studio sarà pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Frontiers in Psychiatry. Determinante la collaborazione con il privato. «Abbiamo creduto fin da subito nell’importanza di questa ricerca – commenta Giorgio Corona, titolare della struttura –. Se non si sperimenta, non si evolve. E la Sardegna ha bisogno di aprirsi a queste opportunità terapeutiche».
Ora l’obiettivo è rendere la rTMS più accessibile anche nell’isola, dove può rappresentare una risorsa concreta per chi soffre di depressione resistente, affiancando i percorsi farmacologici già in uso.
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