Empoli-Cagliari, trasferta vietata ai sardi: un caso che va oltre il calcio?

Tifosi Cagliari in trasferta

A pochi giorni dalla sfida salvezza tra Empoli e Cagliari, in programma domenica 6 aprile allo stadio “Carlo Castellani”, scoppia una polemica che trascende i confini del rettangolo verde. La decisione di impedire la vendita dei biglietti ai residenti in Sardegna ha acceso gli animi, sollevando dubbi non solo sportivi, ma anche civili e istituzionali. Il primo a rompere il silenzio è stato il Cagliari Calcio, che con un comunicato ufficiale ha espresso “sorpresa” per l’avvio della vendita dei tagliandi da parte dell’Empoli F.C., con un’esclusione che colpisce indiscriminatamente tutti i residenti sardi, anche quelli in possesso della tessera di fidelizzazione “Passione Casteddu”. “Ad oggi il Cagliari Calcio non è a conoscenza di alcun provvedimento ufficiale che confermi questo divieto”, si legge nella nota del club isolano.

La reazione di Giulini: “Rispetto per la Sardegna”

Ma è il presidente rossoblù, Tommaso Giulini, a portare il tema fuori dai canali istituzionali e dentro il cuore pulsante dei social network. Il suo messaggio è diretto, privo di filtri, e punta il dito contro l’incertezza che grava sull’evento: “Tuttora vergognosamente in attesa di un provvedimento ufficiale. Fra 4 giorni si gioca. In tanti si sono già organizzati per partire, saranno costretti a rimanere fuori dallo stadio e protestare? Rispetto per la Sardegna!”
Dietro queste parole, l’amarezza di una comunità che si sente non solo esclusa, ma discriminata, per una trasferta che avrebbe significato molto, sportivamente ed emotivamente.

L’ombra del CASMS e l’attesa per il vertice

A generare confusione è il riferimento alle indicazioni dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, che, pur non avendo ancora preso una decisione definitiva, ha invitato la Lega a non avviare la vendita dei biglietti fino a nuove valutazioni da parte del CASMS (Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive). Nel frattempo, però, la vendita è partita, ma con una restrizione geografica senza precedenti: nessun residente in Sardegna può acquistare un biglietto, indipendentemente dalla propria condotta o dal possesso della fidelity card.

Viaggi già pagati, tifosi spiazzati

Il danno non è solo morale. Molti tifosi sardi, ignari dell’incertezza normativa, hanno già acquistato voli, traghetti e pernottamenti per seguire la squadra. La prospettiva di dover restare fuori dallo stadio, dopo ore di viaggio e spese sostenute, rischia di alimentare tensione e frustrazione. Il Cagliari ha ricordato che in caso di provvedimento formale, i tifosi potranno ricorrere al TAR per chiedere l’annullamento della misura, come già fatto con successo dai tifosi della Fiorentina in occasione della trasferta a Monza, oppure avanzare richieste di risarcimento.

Una questione di principio

Al di là delle valutazioni sulla sicurezza, il caso Empoli-Cagliari sta diventando un test per la coerenza delle istituzioni. Il rischio è quello di creare un precedente pericoloso: che si possa, in assenza di comportamenti violenti documentati, limitare la libertà di movimento e il diritto a partecipare a un evento sportivo sulla base del solo luogo di residenza. In attesa dell’esito del vertice del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica – previsto per oggi pomeriggio alle 17 nella prefettura di Firenze – resta una certezza: la trasferta a Empoli si è già trasformata in qualcosa di molto più grande di una semplice partita di calcio.

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