Energie rinnovabili, le preoccupazioni dei sardi sulla nostra pagina Facebook

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Tutelare il paesaggio, produrre il necessario fabbisogno energetico, salvaguardare i posti di lavoro e difendere la Sardegna dalle speculazioni imprenditoriali. Nonostante la complessità dell’argomento, i sardi hanno voluto esprimere le loro opinioni sui parchi eolici, fotovoltaici e, più in generale, sulle energie rinnovabili. Lo hanno fatto sul social più adatto alle “grandi discussioni popolari”: Facebook. Un luogo in cui è sempre utile affacciarsi per capire cosa pensa l’opinione pubblica in merito a un determinato argomento.

Il 25 novembre scorso, la Commissione per la valutazione di impatto ambientale ha bocciato il progetto firmato Palmadula Solar per la costruzione di un mega parco fotovoltaico nel sassarese. La notizia ha scatenato il popolo social, sulla nostra pagina Facebook sono stati pubblicati oltre 200 commenti: un vero e proprio dibattito che, a distanza di mesi, continua ogni giorno a proporre opinioni.

Molti utenti sono preoccupati dall’impatto ambientale e paesaggistico dei parchi eolici e fotovoltaici, altri invece si chiedono come potrà essere soddisfatto il fabbisogno energetico sardo quando, nel 2028, verranno chiusi gli impianti a carbone.

I pro e i contro

Antonietta Mascia si chiede: “Dal momento che la corrente è per il resto d’Italia, perché non deturpano casa loro?”. Claudio Belviso rincara: “Impediamo lo scempio del territorio”. Franco Columbano sottolinea: “Si è bloccato un ulteriore attacco speculativo delle multinazionali, fissando il tetto per la Sardegna a poco più di 6 gigawatt (a fronte di 60 gigawatt)”. Mario Antonio Sarta propone: “Sarebbe interessante fare delle visure camerali alle società locali che gestiscono le manutenzioni degli impianti”.

Salvatore Lagravanese opta per l’ambientalismo realista: “Se siamo fautori della difesa ambientale e vogliamo ridurre progressivamente il consumo dei combustibili fossili dobbiamo fare scelte drastiche. Al momento possiamo produrre energia elettrica pulita solo con il solare e l’eolico”. A lui risponde Cristina Carta: “Non capisco perché in Sardegna dovremmo produrre una mole di energia enorme a fronte di un consumo contenuto, distruggendo irrimediabilmente il nostro equilibrio ambientale ed erodendo una quantità di suolo enorme”.

"Come andremo avanti?"

Roberto Aureli ironizza: “Quindi no al parco fotovoltaico, no alla ristrutturazione del parco eolico, no alle nuove pale eoliche. Riapriamo le vecchie centrali a carbone!!! Annamo bene…”. Gigi Serreli puntualizza: “Ti aiuto io a capire: sì ai pannelli (i parchi sono altra roba) nei luoghi dove già si è consumato del suolo. Sì alla ristrutturazione delle vecchie pale e no a nuove pale o, perlomeno, no in aree adibite alla produzione agricola e no alla mera speculazione.

“Dovendo spegnere le due famose centrali a carbone, con cosa andremo avanti?” si chiede Roberto Durzu. E questa è un po’ la domanda delle domande del dibattito social, a cui nessuno ha finora saputo dare una risposta soddisfacente e definitiva.

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