4 Settembre 2025

Gli eroi del Covid esclusi dalle graduatorie: Oss precari in presidio sotto il palazzo della Regione

La protesta degli Oss esclusi dalle graduatorie: alcuni mesi fa occuparono il marciapiede di via Roma, a Cagliari, con una tenda

«Inizio prossima settimana torneremo davanti al Consiglio regionale e non ci muoveremo finché non avremo risposte». Gli operatori socio-sanitari precari dell’Aou di Cagliari annunciano un presidio permanente, terzo in meno di due anni dopo quello di Pasqua 2024 e il sit-in a oltranza del marzo 2025.

«Abbiamo lavorato nei reparti più critici durante l’emergenza Covid, con organici ridotti e turni massacranti, ma a oggi restiamo esclusi dalla stabilizzazione», spiegano i lavoratori. La denuncia riguarda l’applicazione della delibera regionale del 24 aprile 2025, che stabilisce un equilibrio tra assunzioni da graduatorie concorsuali e da graduatorie di stabilizzazione. «All’Aou di Cagliari si continua ad assumere solo dai concorsi, ignorando chi ha maturato i requisiti. Non chiediamo privilegi, chiediamo parità di trattamento».

Il nodo riguarda anche le Asl 5, 6 e 8, che non hanno ancora attivato le proprie graduatorie, a differenza di altre aziende sanitarie sarde che hanno già completato l’assorbimento dei precari. «È inaccettabile che a parità di condizioni alcuni colleghi siano stati integrati e altri no», affermano.

Lo smarcamento della presidente

Alla frustrazione per la disparità si aggiunge il mancato rispetto degli impegni politici. «Il 31 luglio era previsto un incontro con la presidente Alessandra Todde, ma è stato annullato. Ci era stato detto che sarebbe stato fissato tra agosto e settembre. Non abbiamo ricevuto nessuna convocazione». L’assessorato alla Sanità, intanto, ha confermato la priorità di utilizzo delle graduatorie Ares senza alcun riferimento al principio del 50 per cento fissato ad aprile.

Il presidio sarà organizzato in via Roma, davanti alla sede del Consiglio regionale, con gazebo e turnazioni h24. «Abbiamo creduto nelle promesse e negli atti votati dal Consiglio», concludono i lavoratori. «Se oggi torniamo in piazza è perché quegli impegni devono essere rispettati».