
“Sembra di stare nel Medioevo. Per trovare una perdita d’acqua si va in mezzo agli alberi a piedi, senza strada, come cento anni fa.” Il sindaco di Baunei, Stefano Monni, non usa mezzi termini. Dopo mesi di emergenza idrica e numerose interruzioni del servizio, il primo cittadino ha partecipato a un tavolo tecnico con Abbanoa per affrontare una situazione che definisce ormai “insostenibile”. La condotta che collega Villagrande a Baunei è vecchia di oltre quarant’anni e attraversa un territorio difficile, spesso irraggiungibile in tempi brevi. L’obiettivo oggi è duplice: da una parte accelerare gli interventi in caso di rottura, dall’altra ridurre il numero stesso delle rotture, con misure tampone in attesa della nuova infrastruttura.
Sindaco, qual è oggi il vero problema della condotta?
Il problema più urgente non è tanto la rottura, che può capitare. È che i tempi di riparazione sono inaccettabili. Non abbiamo una pista lungo la condotta, quindi ogni volta devono cercare la perdita nel bosco, disboscare, scavare, e poi intervenire. Questo processo può richiedere 48 ore solo per iniziare i lavori. È assurdo.
Avete chiesto la realizzazione di una pista di servizio?
Sì, è una delle cose più semplici e più urgenti. L’ho chiesto con forza. Abbanoa ha detto che contatterà Forestas per realizzarla. Con una pista si può arrivare subito, risparmiare due giorni a ogni intervento. In emergenza contano le ore.
E dal punto di vista tecnico, quali soluzioni sono previste?
Nel breve periodo verranno messi dei bypass nei tratti più critici, così se si rompe una parte si può isolare senza bloccare tutto. Poi si abbasserà la pressione: oggi si parte da 40-50 bar, una follia per tubature vecchie. Con una nuova pompa sotto Baunei potremo ridurre lo stress sulla condotta.
Quando partiranno questi lavori?
Mi hanno assicurato che entro 30-60 giorni si inizierà. Serve tempo tecnico per i materiali, ma la volontà c’è. Io vigilerò ogni giorno. Abbanoa ha detto chiaramente che si può fare.
Quante rotture ci sono state negli ultimi mesi?
Troppe. Una a ottobre, una a marzo, una a Pasqua, una al primo maggio. A ottobre siamo rimasti 15 giorni senza acqua. Il problema è cronico, io lo denuncio da mesi.
È un’emergenza o è diventata una vergogna?
È una vergogna. Non possiamo più definirla emergenza: è cronaca, è sistema. È da ottobre che denuncio il problema. E ogni volta si ripete tutto: la rottura, la caccia nel bosco, la saldatura in ritardo, la gente senz’acqua per giorni. Se non è una vergogna questa, cos’è?
L’estate si avvicina. Quanto pesa questa situazione su un paese turistico come Baunei?
Pesa eccome. Non è che possiamo sperare che non succeda niente nei mesi caldi. Se capita una rottura a luglio, cosa diciamo alla gente? È un territorio che vive di accoglienza, e se non garantisci i servizi minimi rischi che la stagione ti scivoli via. Non servono grandi discorsi: serve l’acqua, e serve in tempo.
Si sente ascoltato?
Mi ascoltano, sì. Ma poi? Se ascolti e non agisci, stai solo guadagnando tempo. E noi non ne abbiamo più.
Come si esce da questa crisi?
Con interventi rapidi e un piano serio. Il nuovo serbatoio è in progettazione, ma intanto dobbiamo ridurre le emergenze. Serve responsabilità da parte di tutti. Io sono solo il sindaco, non ho potere sulla condotta. Ma farò tutto il possibile per non lasciare il paese senz’acqua.
Un’ultima domanda: è più stanco o più arrabbiato?
Tutte e due. Ma soprattutto determinato. Baunei non merita di morire di sete per colpa della lentezza. Questa volta deve cambiare qualcosa. Subito.
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