
Karim Aga Khan è stato un leader visionario e un filantropo instancabile. Ha lasciato un segno indelebile nel mondo. Guida degli ismailiti musulmani, ha trasformato la sua comunità di 15 milioni di fedeli in una forza di progresso globale, investendo in istruzione, sanità e sviluppo. La sua scomparsa ha scosso il mondo, con le principali testate che ne celebrano l’eredità straordinaria.
Al Jazeera ha sottolineato come l’Aga Khan fosse “un difensore della cultura e dei valori islamici, nonché un costruttore di ponti tra le società musulmane e l’Occidente. Nonostante la sua influenza, si è sempre mantenuto distante dalle questioni politiche, concentrandosi invece sulla promozione del dialogo interculturale e sullo sviluppo sociale ed economico”.
Secondo Associated Press, sotto la sua guida, “la comunità ismailita è diventata una forza filantropica globale, con investimenti miliardari in progetti di sviluppo in tutto il mondo. Questi finanziamenti provenivano in parte dalle decime versate dai fedeli e sono stati destinati alla creazione di infrastrutture essenziali nei paesi meno sviluppati”.
Il Financial Times ha evidenziato come, già all’età di 20 anni, “l’Aga Khan abbia utilizzato l’eredità del nonno per costruire la Aga Khan Development Network (AKDN), un’organizzazione che investe ogni anno circa 1 miliardo di dollari in istruzione, sanità e ambiente in oltre 30 paesi”.
Anche The Times ha messo in luce “il suo contributo attraverso la AKDN, che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo economico dei paesi in via di sviluppo”.
Il Corriere della Sera ha ricordato il suo profondo legame con l’Italia e la Sardegna, dove nel 1962 acquistò 1.800 ettari di terra in Gallura, “trasformandoli nella rinomata Costa Smeralda, una delle mete più esclusive del turismo internazionale. La sua scomparsa è stata accolta con commozione dal Consorzio Costa Smeralda, che ha espresso il proprio cordoglio con un semplice: “Non abbiamo parole. Solo una: grazie”.
Vanity Fair ha riportato una delle frasi più significative dell’Aga Khan, che riflette la sua visione della ricchezza: “Noi non concepiamo l’accumulazione della ricchezza come il male. L’etica musulmana considera che se Dio ha dato la capacità o la buona fortuna di essere un individuo privilegiato nella società, tu hai una responsabilità morale verso la società”.
Le Monde ha riportato le parole del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha espresso il suo cordoglio su X (ex Twitter): “Era un simbolo di pace, tolleranza e compassione nel nostro mondo travagliato”.
Le Figaro ha evidenziato come l’Aga Khan abbia destinato una parte significativa della sua immensa fortuna familiare a investimenti “nei paesi più poveri, combinando filantropia e senso degli affari. Attraverso la AKDN, ha finanziato progetti in istruzione, sanità, infrastrutture e imprenditoria, contribuendo alla crescita economica e sociale di molte comunità in difficoltà”.
Il Sole 24 Ore scrive “Addio a Karim Aga Khan, fondatore della Costa Smeralda: un visionario del lusso sostenibile. Aveva 88 anni e negli anni 60 aveva rivoluzionato la Sardegna del nord est aprendo la strada al turismo all’insegna di lusso e ambiente”.
CNN, The Times of India e The Guardian hanno evidenziato il contributo dell’Aga Khan alla sanità globale, citando la sua rete di ospedali nei paesi più poveri, tra cui Bangladesh, Tagikistan e Afghanistan, dove ha investito decine di milioni di dollari per lo sviluppo delle economie locali.
The Guardian ha inoltre sottolineato “il suo impegno nell’architettura, istituendo premi e programmi accademici al MIT e ad Harvard, e finanziando il restauro di antiche strutture islamiche in tutto il mondo”.
Infine, il Globo, quotidiano brasiliano, ha ricordato come “la Aga Khan Development Network sia oggi una delle organizzazioni di sviluppo più influenti, impiegando 80.000 persone per la costruzione di scuole, ospedali e infrastrutture, oltre a fornire elettricità a milioni di persone nelle regioni più povere di Africa e Asia”.
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