Il TAR annulla la moratoria: Regione a rischio risarcimenti milionari

parc eolico Sardegna

Con una pronuncia destinata a fare scuola, il TAR di Cagliari ha accolto il ricorso della società Sassari Wind Srl, che aveva impugnato la sospensione del procedimento autorizzativo per un impianto eolico da sei pale previsto a Campanedda, nel territorio di Sassari.

Il progetto era stato fermato nel 2024 in applicazione della moratoria regionale che bloccava per 18 mesi ogni nuovo impianto di energia rinnovabile. La Regione aveva giustificato il provvedimento come misura temporanea, in attesa della definizione delle aree idonee alla localizzazione.

Tuttavia, la norma regionale su cui si fondava la moratoria è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, con una sentenza che ha riconosciuto la violazione dell’articolo 117 della Costituzione, il quale assegna allo Stato la competenza esclusiva in materia di energia, ambiente e concorrenza.

Ora arriva il primo verdetto amministrativo che ne certifica gli effetti dannosi nei confronti degli operatori economici, aprendo la strada a possibili richieste di risarcimento.

Perché la legge era illegittima

Secondo la Corte Costituzionale, la moratoria violava l’articolo 117 della Costituzione, perché introduceva una restrizione generalizzata e non coordinata con la normativa nazionale, in un settore di competenza esclusiva dello Stato.

Il TAR di Sassari, nella sua sentenza, ha ritenuto che – anche se la norma è stata nel frattempo abrogata – permanga l’interesse della società ricorrente a una pronuncia nel merito, in quanto condizione necessaria per poter avanzare una richiesta di risarcimento del danno.

Questo passaggio è cruciale: i giudici amministrativi hanno riconosciuto che un interesse economico concreto, fondato sulle spese sostenute e sul potenziale mancato profitto, giustifica la prosecuzione del giudizio.

La Regione Sardegna, nel tentativo di evitare il contenzioso, aveva chiesto l’archiviazione del caso, sostenendo che la legge impugnata non fosse più in vigore. Ma il TAR ha respinto l’eccezione, ritenendo necessario comunque pronunciarsi sul merito della vicenda per tutelare le posizioni giuridiche compromesse.

Cosa rischia la Regione

La decisione del TAR apre ora un fronte potenzialmente esplosivo. Molti altri progetti in Sardegna erano stati bloccati in base alla stessa moratoria, e ora le aziende coinvolte potrebbero agire in giudizio contro la Regione per ottenere il rimborso delle spese progettuali, delle consulenze e, ove dimostrabile in modo concreto, anche per i mancati guadagni.

I costi per ogni singolo progetto possono variare dai 100mila ai 500mila euro solo per la fase iniziale. Se le domande risarcitorie si moltiplicheranno, la somma totale potrebbe raggiungere diverse decine di milioni di euro.

Oltre al danno economico diretto per le casse regionali, si profila anche il rischio di un’azione da parte della Corte dei Conti, qualora emergessero profili di colpa o negligenza da parte dei dirigenti regionali nella gestione del procedimento legislativo e amministrativo. In quel caso, potrebbe configurarsi un danno erariale a carico dei funzionari pubblici responsabili.

Un precedente nazionale nel campo dell’energia

caso Sassari Wind potrebbe avere rilevanza anche a livello nazionale, influenzando altri contenziosi simili in corso in altre regioni italiane.

In un momento storico in cui l’Italia è chiamata ad accelerare sulla transizione energetica, la sentenza mette in luce i rischi legati a una normativa regionale che eccede i limiti costituzionali e si pone in contrasto con gli obiettivi europei in materia di energie rinnovabili.

La Sardegna, che intendeva rallentare temporaneamente l’espansione delle rinnovabili, si ritrova oggi a dover rispondere non solo davanti ai giudici, ma anche davanti agli investitori e all’opinione pubblica.

La certezza del diritto, soprattutto in un settore strategico come l’energia pulita, torna a essere un elemento fondamentale per attrarre capitali, favorire lo sviluppo e garantire che la pianificazione pubblica sia conforme ai principi costituzionali e ai vincoli sovranazionali.

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