
Le tre proposte di legge sull’intelligenza artificiale in discussione in Consiglio regionale “ignorano i diritti dei lavoratori, escludono le parti sociali e affidano la governance a strutture tecnico-amministrative prive di controllo democratico”. È la posizione della Cgil Sardegna, espressa dalla segretaria Silvia Messori durante l’audizione in Terza Commissione.
Tra le criticità: assenza di una consultazione sindacale vincolante nei luoghi di lavoro, mancanza di riferimenti alla contrattazione e alla tutela contro le discriminazioni algoritmiche, nessuna garanzia su dati sensibili e sanità.
Il sindacato ha presentato emendamenti che prevedono un comitato tecnico-etico plurale, un osservatorio regionale sugli impatti dell’IA, obbligo di supervisione umana e condizionamento degli incentivi al rispetto dei diritti e della parità di genere.
“L’innovazione senza giustizia sociale non è credibile – ha detto Messori – e il coinvolgimento delle parti sociali non è una concessione, ma un principio democratico”.
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