La fase umile - ma sempre invidiosa - di Paolino Manichetta

Piero Comandini

Paolino Manichetta Cinqueinvidie è un invidioso vero, da Oscar, da Nobel.

L’invidia è la sua vera, grande virtù. È la Callas dell’invidia, ma di più, la CinqueCallas.

Paolino procede così: se la prende con chi avrebbe voluto essere, attribuendogli quello che vorrebbe lui stesso fare.

Ha trastullato i lettori del blog (ma perché solo blog? Cinqueblog!) con la presidente Todde finché erano fresche le elezioni e il suo senso di giustizia gli impediva di riconoscere legittima Capo qualcuna che non fosse lui stesso.
Poi forse l’ha superata.

Ora passa ad una fase umile: non si crede più il presidente della regione, gli basta essere nei sogni il presidente del consiglio regionale.
E quindi giù una scarica di insulti insinuazioni e frasi cariche di supponente e professorale disprezzo per il malcapitato Comandini, che Paolino da suonacampanella ha promosso a capo della Spectre.

Ora Comandini da Pirri diventa l’orchestratore della congiura pluto-giudaico-massonica del “potere” per defraudare il popolo sardo e mondiale della democrazia. La strage degli innocenti è già attribuita a Erode, altrimenti Paolino Evangelista Cinqueinvidie l’avrebbe affibbiata a Comandini.

Oggi si è svegliato così, umile e invidioso, smisurato, come cinque Callas. C’è da capirlo. Lui è solo una manichetta. D’estate, umilmente, mezza manichetta.

prova
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