La top ten delle peggiori promesse elettorali degli ultimi 20 anni in Sardegna

In campagna elettorale la prassi è codificata e riconosciuta da tutti: bisogna promettere e poi verificare se le promesse proposte stanno piacendo alla massa. In caso negativo, la soluzione può essere una sola: promettere di più. Spararle più grosse. Alcune saranno poi talmente grosse che, quando vengono comunicate per la prima volta, in un convegno, in piazza, davanti alla folla, tutti dicono “Eeeeh sì, come no!” e sorridono, e sanno che non verranno mai realizzate. Tuttavia, si tratta di un meccanismo rodato e vincente.

Ma quali sono state le promesse elettorali più significative o clamorose non mantenute dai presidenti della Regione eletti negli ultimi 20 anni? Ecco le 10 perle recuperate dalle campagne elettorali di Soru (2004), Cappellacci (2009), Pigliaru (2014) e Solinas (2019). Alcune sono effettivamente divertenti, altre stucchevoli. O semplicemente banali. Alcune, potrebbero far arrabbiare. E poi ci sono le Evergreen, quelle che non passano mai di moda fin dai tempi di Pericle.

Renato Soru

Nel 2004 Renato Soru venne eletto presidente della Regione dopo aver battuto Mauro Pili raccogliendo 487 mila voti contro i 394 mila dell’esponente del centrodestra. Durante la campagna elettorale, Soru fece le seguenti promesse:

  • “Intendiamo integrare le città con le campagne”. (Un Grande Classico)
  • “Bloccheremo l’emigrazione del nostro popolo verso il Continente. Gli abitanti dell’isola preferiranno rimanere dove sono. E la storia dell’emigrazione sarda diventerà solo un brutto ricordo che sarà celebrato attraverso l’istituzione di un museo apposito”.

Ugo Cappellacci

Nel 2009, Renato Soru dovette affrontare Ugo Cappellacci per provare a confermarsi Governatore. Ma vinse il centrodestra: 502 mila voti contro 415 mila. Nel programma elettorale di Cappellacci apparirono una serie di promesse elettorali, alcune non mantenute. Per esempio:

  • “Modificheremo la circoscrizione elettorale europea che unisce Sicilia e Sardegna, separando le due isole”. Si tratta di una situazione particolarmente svantaggiosa per la Sardegna in quanto il numero di elettori siciliani è soverchiante. Nel 2024, gli eletti nella circoscrizione Isole furono 8. Tutti siciliani.
  • “Entro sei mesi manderemo in soffitto il piano paesaggistico regionale di Soru”. Ma il Ppr è tuttora in vigore.

Francesco Pigliaru

Cinque anni dopo, Francesco Pigliaru vinse di misura le elezioni del 2014 contro il presidente uscente Cappellacci. Il centrosinistra ottenne 313 mila voti, il centrodestra 292 mila. Pigliaru, figura politica piuttosto composta e compassata, si affidò e due pezzi da novanta tratti direttamente dal Grande Manuale delle Elezioni:

  • “Sburocratizzeremo la Sardegna. Vogliamo semplificare la vita ai sardi”
  • “Meno tasse alle imprese”. Quest’ultima è stata pronunciata per la prima volta da Nabucodonosor in persona e da allora viene ripetuta ciclicamente. Immancabile.

Christian Solinas

Nel 2019 entrarono in scena Massimo Zedda e Christian Solinas: entrambi classe ’76, cagliaritani. Vinse Solinas, per distacco. Il centrodestra totalizzò 364 mila voti contro i 250 mila presi da Zedda. E’ possibile che Solinas ottenne la vittoria grazie anche a queste quattro pesantissime promesse elettorali:

  • “Il latte a 1 euro”.
  • “Il metano subito”
  • “Elimineremo le liste d’attesa del sistema sanitario”
  • Costruiremo la strada a quattro corsie Olbia – Arzachena – Santa Teresa Gallura.

Alessandra Todde?

Naturalmente sono già state appuntate alcune delle promesse elettorali pronunciate dall’attuale Presidente Alessandra Todde, che ha ancora tempo per realizzarle. Tra qualche anno sarà giudicata anche in base ai risultati ottenuti. E a qualche promessa mantenuta o mancata.

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