L'EDITORIALE. La Regione balbetta, Ryanair ordina: così si svende la sovranità dei trasporti

Michael O’Leary, amministratore delegato Ryanair

Chiamiamo le cose col proprio nome: ricatto. Ryanair ieri ha deciso di taglieggiare la Regione: “O togliete la tassa municipale o togliamo voli”. Di fronte a un attacco del genere, la risposta di un’Istituzione dovrebbe essere molto fredda, ferma e chiara. E altrettanto aggressiva. La risposta dell’assessorato ai Trasporti è stata affidata a un comunicato stampa “titolato” in questo modo: “Con Ryanair c’è stato un incontro costruttivo”.

Di fronte a un ricatto evidente, la risposta di un ente pubblico non dovrebbe mai essere così debole, così tenera da apparire surreale. Ryanair, ieri, ha schiaffeggiato l’assessora regionale ai Trasporti, Barbara Manca e, di conseguenza, la Regione. Per estensione, i sardi. E la risposta è stata: “Incontro costruttivo”.

Assessora, si dimetta. Ma forse no

La prima riflessione, di pancia, per molti sarà stata: “Assessora, si dimetta”. Per fortuna nel comunicato stampa si spiega anche altro. Per fortuna, Manca afferma che “qualunque sforzo economico della Regione deve tradursi in reali benefici per il territorio”. Che non è una risposta determinata e piena di dignità come la situazione richiederebbe. Ma non è neppure un “Signorsì eseguo” come invece apparirebbe dalla scellerata scelta di titolare il comunicato stampa con la frase “Ryanair, un incontro costruttivo”.

L'intollerabile arroganza

Ieri era Moby. Oggi è Ryanair. Domani sarà qualcun altro. Un’isola è un’isola e i trasporti e i collegamenti devono essere difesi con la massima fermezza. Di certo non è tollerabile che un vettore batta il pugno sulla scrivania e inizi una frase con le parole “Io voglio”. È politicamente irricevibile una collaborazione basata sul ricatto. Altro che “incontro costruttivo”. Vi sono certamente delle tematiche in cui è necessario dimostrare disponibilità al dialogo e altre in cui, invece, si deve stare con la schiena dritta e la lingua pronta, per dire, seppure in termini diplomatici che “Signori, a casa nostra comandiamo noi. E il pugno sulla scrivania non ve lo facciamo battere. E il ricatto non lo subiamo. E le minacce non le sopportiamo”.

I ricatti no

Si dice: “Hanno ragione, la tassa va tolta”. Minacciare, ricattare. Irricevibile. Intollerabile. A prescindere dalle questioni economiche, dalla solidità della richiesta, dalla legittimità (semmai da verificare) della rivendicazione. Minacce e ricatti non possono essere subiti, mai: una Regione che a volte ha avuto perfino sussulti (velleità?) di Nazione, dovrebbe guidare, dirigere, essere forte. La timidezza nel settore trasporti può avere effetti nefasti. E in casi come questi, la forma è sostanza.

Questi monelli di Ryanair

Si dice: “Non è la prima volta che Ryanair si pone in questi termini”. Come se fosse una sorta di giustificazione, di un requisito in grado di ammorbidire la posizione della compagnia aerea che, evidentemente, ha questo bel modo di fare da sempre. Ah! Che monelli questi di Ryanair. Magari con un tono benevolo, come fossero figli scapestrati. Ma non sono figli e nemmeno lontani parenti. Sono imprenditori e sono qui per fare affari. Ma poi: da quando la reiterazione di un gesto violento come un ricatto, come una minaccia, deve essere considerato come un elemento meno lesivo? Semmai, vale il contrario. A meno che la Regione non intenda praticare la strategia del “Porgi l’altra guancia”. Qualcosa che peraltro si è già visto, in passato, e anche spesso, non solo nel settore trasporti, ma in tanti altri ambiti. E, ormai possiamo dirlo basandoci sui precedenti: porgere l’altra guancia non funziona.

Se tremano le gambe

Si dice: “Ryanair è grossa, è forte. Troppo grossa, troppo forte”. Certo che è forte, certo che è grossa. Ma se, al tavolo delle trattative, la Regione arriva con il cappello in mano e le ginocchia tremanti, Ryanair apparirà ancora più forte, ancora più grossa. Da inginocchiati è difficile guardare l’interlocutore dritto negli occhi, come dovrebbe invece fare un’Istituzione responsabile del benessere di 1,578 milioni di sardi.

prova
cropped-favicon-sn24.png
Condividi

Articoli correlati