
Migliaia di famiglie sarde rischiano di finire in rovina a causa di un traghetto che non funziona. Un giro d’affari di decine di milioni di euro strangolato da Moby Lines. Con la connivenza di una Regione troppo passiva. Questo è il peso del collegamento Santa Teresa – Bonifacio interrotto da Moby Lines a causa dei continui guasti delle carrette del mare messe al lavoro sulla tratta quotidiana Sardegna – Corsica.
Non si tratta di un singolo paese, cioè Santa Teresa, che soffre. Tantomeno di uno spostamento di turisti e viaggiatori curiosi da un’isola all’altra. Il problema è ben più rilevante: operai, muratori, artigiani qualificati. Grossisti alimentari, autotrasportatori, grandi aziende con fatturati da milioni di euro che commerciano in edilizia, imballaggi, agroalimentare. Per esempio: il rifornimento e l’allestimento del settore ricettivo della Corsica è in mano ai piccoli e medi imprenditori sardi, almeno per una buona parte. Motivo: i prodotti costano di meno.
Si va a fare concorrenza in terra francese, insomma. Sardi che provengono dalla Gallura, dal sassarese e anche dal Campidano. Un indotto gigantesco, suddiviso in mille piccoli rivoli, com’è tipico dell’economia italiana. Tutto questo variegato e dinamico mondo è messo in crisi da un singolo traghetto che non funziona e da una singola azienda, la Moby Lines, che non sta garantendo il collegamento che ha ottenuto vincendo un bando di gara.
Il gruppo social “Popolo sardo nel cuore in Corsica” conta oltre 5 mila iscritti e una buona parte di questi lavora nell’isola francese. Vanno e tornano in giornata, oppure più volte la settimana. E quando il collegamento è garantito ed è stabile, si fanno affari seri.
Ma da alcuni mesi, ogni giorno, arriva il bollettino della Guardia costiera: “Il collegamento per la Corsica è annullato”. Non ci sono navi che partono, né da Santa Teresa, né da Porto Torres o Golfo Aranci, se non in maniera saltuaria e inaffidabile. “Quante volte è capitato di arrivare in porto e la nave non c’è” raccontano gli autotrasportatori. Le proteste e l’indignazione sono garantite.
La seconda metà del 2024 è stata terrificante, qualcuno si è rovinato, altri ci sono andati vicino. C’è chi sta licenziando i lavoratori: gli affari vanno male e potrebbero andare peggio. Eppure basterebbe un traghetto funzionante per mettere tutto a posto: non c’è bisogno di altro. Oltretutto, non ci sono sconti per residenti o lavoratori su quella tratta: chi viaggia, paga il biglietto a peso d’oro. Tariffa turistica ma 12 mesi l’anno.
Luca Naseddu è uno dei proprietari dell’omonima azienda di famiglia a Santa Teresa: “Esistiamo dal 1953, siamo 60 anni che lavoriamo con la Corsica. Vendiamo materiali da costruzione, sono materie prime, i clienti hanno continuamente bisogno e non possono certo aspettare giorni o settimane per ricevere il cemento o altro. Questa settimana non faremo una consegna. È intollerabile. Abbiamo una reputazione da difendere e molti stipendi da salvaguardare, purtroppo abbiamo subito un colpo molto duro. La Moby Lines fa come vuole e la Regione non si sta impegnando per niente per risolvere il problema”.
Gavino Peigottu, di Ozieri, è il portavoce degli autotrasportatori che fanno la spola tra Corsica e Sardegna: “Rendiamoci conto che tantissime volte siamo costretti a fare il giro Bastia – Livorno – Olbia per tornare a casa. Accade molto spesso, più volte al mese. Dobbiamo pagare gli hotel, perdiamo tempo e soldi. È anche successo, purtroppo, di dover rinunciare a consegnare della merce deperibile che abbiamo dovuto scaricare e rimandare nelle celle frigo perché non c’erano le navi. Con tutte le conseguenze che possiamo immaginarci”.
Massimo Bo, di Sassari, sta passando un periodo veramente difficile: “Rifornisco gli hotel e i ristoranti di prodotti alimentari. Lo faccio da 21 anni, nel 2023 ho fatto degli investimenti importanti per aumentare il mio giro d’affari e i clienti, perché c’era richiesta. Ora è un dramma: ho 61 anni e mi trovo in difficoltà quasi insormontabili a causa di un traghetto. A novembre sono andato in Corsica, è saltato il collegamento e sono rimasto lì due settimane senza poter tornare a casa. Mi sono ammalato”.
Sandro Pani è di Guspini e produce infissi in alluminio: “Dal 2001 ho scoperto il mercato corso, ogni volta che serve parto dal mio paese e rimango in Corsica il necessario. Lavoro soprattutto a Portovecchio. Il 2024 è andato molto male, questa nave che doveva partire da Santa Teresa e non partiva mai mi costringeva a dormire in hotel. A lungo potrei perdere tanti clienti, se nel 2025 le cose non cambiano io sono nei guai”.
Pierfranco Luciano è un architetto di Tempio, da qualche anno il suo studio è riuscito a penetrare nel mercato corso ed è diventato un punto di riferimento per gli hotel francesi. “Ogni anno è andato sempre meglio, anche la prima parte del 2024 è stata ottima. Poi il tracollo, a causa del traghetto che non parte, del collegamento di Santa Teresa che è saltato. Nel mio piccolo, ho dovuto rinunciare a un dipendente. Per me è una sconfitta. Se continua così, dovrò licenziarne altri”.
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