
E’ l’etica, la schiena dritta, il coraggio sfrontato di chi è dalla parte della ragione quel che più emerge nel film su Emilio Lussu, esordio nel lungometraggio del regista sardo Gianluca Medas. “Il processo”, con Enrico Lo Verso nei panni dell’eroe di Armungia, resterà nelle sale sarde per tutta la settimana. A Cagliari all’Odissea di viale Trieste, dove è stato presentato ieri sera in una sala strapiena dal critico Antonello Zanda. Pochi fronzoli e molta sostanza in una pellicola dalla quale emerge il tratto più nero della Cagliari fascista degli anni ’20, con una coreografia di prefetti, questore, magistrati e direttori di quotidiani proni verso il Duce e i ducetti locali. In questa produzione totalmente sarda (Lo Verso è l’unico “straniero”), Medas è autentico e bravo: ricostruisce e si interroga apertamente sul senso dell’etica e sul valore della libertà. Temi universali, che valgono sempre, anche oggi. E così l’accusa di omicidio, per mano di magistrati sardi coraggiosi ed etici, diventa legittima difesa. Lussu viene dichiarato non punibile per la morte del giovanissimo fascista Porrà, che aggrappato al balcone di piazza Martiri tentava di entrata a casa di Lussu dalla finestra richiamando la folla di camice nere. (c.c.)
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